Corte Suprema Usa: stop ai finanziamenti pubblici per l’aborto

Con una maggioranza di sei a tre che ha visto una netta spaccatura tra giudici conservatori e liberal la Corte Suprema americana ha stabilito che gli Stati possono tagliare i finanziamenti pubblici di Medicaid a Planned Parenthood.

Tutto ciò avviene dopo la sentenza di quattro anni fa che aboliva il diritto all’aborto a livello nazionale, spaccando il Paese e creando un caos legislativo con provvedimenti che variavano da stato a stato.

La sentenza riguarda un caso nato in South Carolina, dove nel 2018 il governatore repubblicano Henry McMaster con un ordine esecutivo ha escluso la Planned Parenthood (“Genitorialità pianificata”) dai rimborsi Medicaid perché fornisce servizi di interruzione di gravidanza, sebbene i fondi pubblici non potessero essere usati per praticare aborti affermando che: “I contribuenti non dovrebbero essere costretti a sovvenzionare chi offre servizi per l'aborto che sono in diretta opposizione alle loro convinzioni”.

Il caso era stato portato davanti alla Corte da Planned Parenthood South Atlantic e da una paziente, Julie Edwards, che si erano appellati a una clausola federale che garantisce la libertà di scelta per i pazienti Medicaid. I tribunali inferiori avevano dato loro ragione, ma la Corte Suprema ha ribaltato quelle sentenze. Il giudice Neil Gorsuch ha scritto che “il Congresso sa come autorizzare azioni legali private contro gli Stati, ma non lo ha fatto in questo caso”. La giudice progressista Ketanji Brown Jackson, in dissenso con la maggioranza, ha criticato la decisione affermando che “consente al South Carolina di eludere la responsabilità per la violazione dei diritti dei pazienti”. La sentenza rappresenta una vittoria per i gruppi antiaborto e potrebbe incentivare altri stati a guida repubblicana a non finanziare più la maggior associazione per i diritti riproduttivi negli Stati Uniti, la Planned Parenthood. 

Aggiornato il 27 giugno 2025 alle ore 13:56