Israele-Iran: pronto piano Usa, ma Trump temporeggia

Forse Donald Trump spera ancora in un accordo. Oppure non è convinto al 100 per cento che un attacco veloce contro l’Iran elimini totalmente la minaccia nucleare di Teheran. Con lo spettro dellIraq sullo sfondo. Per questo il commander-in-chief sta incalzando i suoi consiglieri per assicurarsi che un attacco Usa raggiunga l’obiettivo di distruggere il programma nucleare iraniano. Lo riporta l’agenzia Axios citando alcune fonti, secondo le quali i dubbi del presidente americano sulla certezza del successo sono uno dei motivi per cui non ha ancora sciolto le riserve per un attacco. Trump vuole assicurarsi che l’intervento sia davvero necessario, non vuole trascinare gli Stati Uniti in una guerra prolungata in Medio Oriente e soprattutto assicurarsi che raggiunga l’obiettivo di distruggere il programma nucleare iraniano. Il presidente Usa ha chiesto se la bomba Gbu-57 Maxi Ordnance Penetrator è in grado di distruggere l’impianto di Fordow. Il Pentagono ha detto di aver fiducia nel raggiungimento dell’obiettivo, ma non è chiaro se Trump sia stato convinto.

Nel frattempo, però, la macchina bellica americana sembra muoversi. Secondo Bloomberg, Trump avrebbe già dato luce verde a un piano operativo: l’esercito sarebbe pronto ad agire nel fine settimana, colpendo le basi nucleari iraniane. Il Pentagono, riferisce l’agenzia, starebbe allestendo le infrastrutture logistiche necessarie all’intervento proprio in queste ore. Un intervento militare, però, richiede una cornice legale. E su questo punto si sofferma il New York Times, con un editoriale che spiega i passi necessari alla Casa Bianca per entrare in guerra: “Se Donald Trump vuole che gli Stati Uniti si uniscano a Israele nella guerra contro l’Iran, il prossimo passo è chiaro: il Congresso deve prima autorizzare l’uso della forza militare”. La Costituzione americana – ricorda il quotidiano – non lascia spazio a interpretazioni: “Un attacco americano non provocato sull’Iran non sarebbe un’operazione militare speciale. Sarebbe una guerra. In base alla Costituzione, solo il Congresso ha il potere” di autorizzarla. E conclude: “Che questo dibattito abbia inizio”.

ISRAELE-IRAN, CONTINUANO I BOMBARDAMENTI

Mentre nella notte sono piovuti missili sia nei cieli iraniani che in quelli dello Stato ebraico, con esplosioni violente udite a Gerusalemme e Tel Aviv. Le sirene dallarme sono risuonate in più località, mentre le Forze di difesa israeliane (Idf) segnalavano l’arrivo di razzi iraniani. Alle 7:10 ora locale, una potente esplosione ha investito l’ospedale Soroka di Beersheba, nel sud di Israele. “Seguiranno ulteriori dettagli”, ha scritto il Ministero degli Esteri israeliano su X. Secondo Ynet, i danni sono ingenti, con il personale sanitario impegnato nella valutazione delle conseguenze. “Stiamo attualmente valutando i danni, compresi i feriti. Chiediamo al pubblico di non recarsi in ospedale in questo momento”, ha dichiarato un portavoce della struttura. Circa 25 siti sono stati colpiti nel centro e nel sud del Paese, con un primo bilancio complessivo di almeno 33 feriti, di cui tre sono in gravi condizioni.

Parole durissime sono arrivate dal presidente israeliano Isaac Herzog, che ha definito l’attacco all’ospedale come “un attacco ai nostri valori da parte del regime jihadista”. “Un neonato in terapia intensiva e la madre preoccupata al suo capezzale, un medico scrupoloso che si sposta da un paziente all’altro, un’anziana donna in una casa di cura: questi erano gli obiettivi dell’Iran”, ha aggiunto Herzog. E ancora: “Soroka è uno dei migliori ospedali in Israele. Il personale ospedaliero, composto da ebrei e arabi, vi lavora in eccezionale armonia, unito nella sacra missione: salvare vite di ogni religione, credo e stile di vita: ebrei e musulmani, israeliani e anche palestinesi. Ricordiamo bene la portata di quell’ora e i valori di umanità e civiltà, che sono sotto attacco da parte di un regime jihadista che cerca di distruggerci”.

La risposta israeliana è arrivata poco dopo. Le Forze di difesa hanno confermato di aver colpito due infrastrutture nucleari strategiche in territorio iraniano: il reattore di Arak – incluso l’edificio di contenimento – e il sito di Natanz. Quest’ultimo ospita componenti sensibili e attrezzature cruciali per lo sviluppo di armi nucleari. “40 aerei da combattimento hanno attaccato decine di obiettivi militari durante la notte con oltre 100 munizioni”, ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano. L’attacco mirava in particolare a colpire il componente destinato alla produzione di plutonio, per impedire qualsiasi possibile riutilizzo nella fabbricazione di armamenti atomici. Secondo le Idf, la missione ha colpito con precisione le strutture critiche. “I tiranni terroristi iraniani hanno lanciato missili contro l’ospedale Soroka di Beersheba e contro la popolazione civile nel centro di Israele. Riscuoteremo il prezzo pieno dai tiranni di Teheran”, ha chiosato infine il premier Benjamin Netanyahu.

Aggiornato il 19 giugno 2025 alle ore 10:24