Israele: “avanti finché non riporteremo tutti a casa”

“In un’operazione speciale condotta dallo Shin Bet e dall’esercito nella Striscia di Gaza, i corpi di due dei nostri ostaggi detenuti dall’organizzazione terroristica assassina Hamas sono stati restituiti a Israele: Judih Weinstein-Haggai e Gad Haggai del kibbutz Nir Oz, che la loro memoria sia benedetta”, ha dichiarato in una nota ufficiale il primo ministro Benjamin Netanyahu. Che ha aggiunto: “Vorrei ringraziare e onorare i combattenti e i comandanti per la loro esecuzione determinata e riuscita. Non ci fermeremo né resteremo in silenzio finché non riporteremo a casa tutti i nostri ostaggi, sia i vivi che i caduti”. Le parole del capo di Tel Aviv sono state riprese dall’agenzia Ynet.

In questa giornata tragica, in cui le famiglie delle vittime israeliane ricevono ancora una volta i corpi senza vita dei propri cari, la Germania ha ribadito il suo sostegno allo Stato ebraico. Il vice capogruppo dell’Unione cristiano democratica Johann Wadephul, a margine di un incontro con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar, ha ribadito il pieno sostegno di Berlino alla sicurezza dello Stato ebraico. “Israele è attaccato da organizzazioni terroristiche, da Hamas e Hezbollah. È stata attaccata due volte dall’Iran e naturalmente dovrà essere in grado di difendersi da questa violenza. La Germania continuerà a sostenere Israele fornendo armi, cosa che non è mai stata in dubbio”, ha affermato Wadephul. Il rappresentante della Cdu ha inoltre criticato le iniziative europee volte a sospendere l’accordo di associazione tra Bruxelles e Gerusalemme, come proposto da Parigi: “Sono favorevole a non mettere in discussione l’accordo di associazione tra l’Unione europea e lo Stato di Israele, ma a mantenerlo. È questa la posizione che intendo continuare a rappresentare in Europa”.

La guerra di Tel Aviv contro Hamas passa anche da operazioni non proprio ortodosse. Come il presunto armamento di una milizia islamica, filo-Isis, approvata da Benjamin Netanyahu in persona. Secondo un’inchiesta pubblicata dal Times of Israel, il premier avrebbe autorizzato la fornitura bellica a un gruppo armato attivo a Rafah, guidato da Yasser Abu Shabab, esponente di un potente clan locale. Il gruppo – descritto in modo ambiguo tra milizia irregolare e formazione criminale – sarebbe stato armato con materiale sequestrato in precedenza a Hamas. Secondo fonti della difesa israeliana citate dal quotidiano, la milizia opera con il compito ufficiale di scortare i convogli umanitari diretti nella Striscia. Tuttavia, diverse fonti locali – tra cui lo stesso movimento Hamas – accusano Abu Shabab di saccheggiare gli aiuti. La scorsa settimana, Hamas ha diffuso un video in cui si vedono miliziani attaccare direttamente i membri del gruppo di Abu Shabab. La pubblicazione della notizia è stata autorizzata dalla censura militare israeliana, un elemento che conferisce alla vicenda un riconoscimento implicito da parte delle autorità.

Aggiornato il 05 giugno 2025 alle ore 16:30