
Geert Wilders sta facendo cadere il governo olandese. Il leader del Partito per la libertà (Pvv) ha ritirato il suo sostegno alla coalizione di centro destra, dopo che il suo memorandum e il suo piano per contenere le immigrazioni irregolari è stato ignorato per troppo tempo. La notizia, è stata data dai leader degli altri partiti della coalizione dopo una breve consultazione con il volto del Pvv, stando a quanto riporta l’agenzia olandese Anp. Il futuro dell’Esecutivo guidato dall’indipendente Dick Schoof era già appeso a un filo dopo la riunione straordinaria sulla migrazione tenutasi lunedì sera. Wilders, reduce dal clamoroso exploit elettorale del novembre 2023, aveva già lanciato segnali di insofferenza, accusando i partner di aver diluito l’agenda restrittiva concordata in materia migratoria.
La crisi è deflagrata in poche ore: alle 13:30 è convocata una riunione d’urgenza del Consiglio dei ministri, chiamato a decidere i prossimi passi dopo che il Pvv ha formalizzato il disimpegno. I media olandesi riferiscono che i cinque ministri e i quattro segretari di Stato del partito lasceranno l’Esecutivo, segnando la fine della breve esperienza di governo avviata meno di un anno fa. Wilders non ha nascosto l’amarezza: “Nessuna firma per i nostri piani in materia di asilo. Il Pvv lascia la coalizione”, ha dichiarato in un post su X. Il leader di destra ha denunciato l’immobilismo della maggioranza nel dare attuazione a quella che aveva definito “la politica sull’immigrazione più restrittiva di sempre”, elemento chiave dell’intesa siglata con i partner dopo le elezioni.
Nonostante la crisi, il Pvv resta in cima ai sondaggi, ma il vantaggio sugli avversari si è assottigliato. Il blocco rosso-verde guidato da Frans Timmermans, ex vicepresidente della Commissione europea, segue a breve distanza. Anche il partito liberal-conservatore Vvd è tra le principali formazioni nei rilevamenti demoscopici, rendendo probabile uno scenario elettorale altamente competitivo. “La gente è stufa, c’è bisogno di fare un po’ di pulizia. Penso che dovrebbero esserci nuove elezioni. Serve un nuovo mandato, in modo che si possa formare un governo nazionale che affronti davvero i problemi in modo solidale e garantisca la partecipazione di tutti”, ha commentato Timmermans sui social. E ha aggiunto: “Al momento si vedono solo litigi, divisioni e paralisi. Non possiamo permettercelo”.
Wilders, noto per la sua linea intransigente in Parlamento, ha fatto del confronto con Timmermans uno degli snodi centrali del dibattito politico. Ha ribadito più volte che l’unico modo per realizzare l’agenda anti-immigrazione è assumere la guida del governo. E forse, ha anche pensato che i tempi fossero maturi per provare l’affondo, arrivare a elezioni anticipate e tentare l’approdo alla posizione di Primo ministro. Tuttavia, nel frammentato sistema olandese – dove nessun partito dispone della maggioranza assoluta nei 150 seggi parlamentari – anche lui sarà costretto a cercare alleanze. Al momento, può contare sull’appoggio del partito degli agricoltori (Bbb), ma la posizione del Vvd resta incerta. Più compromessa la tenuta del quarto alleato di governo, il Nuovo contratto sociale (Nsc), afflitto da un crollo nei consensi dopo le dimissioni del suo leader più rappresentativo, Pieter Omtzigt.
Aggiornato il 03 giugno 2025 alle ore 13:15