La crudele politica di Hamas

Le stragi che si stanno verificando a Gaza, probabilmente una eccessiva reazione di Israele, va ricordato che sono state causate dal progetto di Hamas denominato “l’alluvione di Al-Aqsa” messo in pratica il 7 ottobre 2023. Un progetto che i vari leader del movimento islamista radicale, proiezione ideologica dei Fratelli musulmani, hanno dichiarato che sarà replicato ancora, molte volte. Molti media di espressione nazionale, fuori i confini non hanno tutti lo stesso tenore, narrano della strage di palestinesi di Gaza rimarcando il numero e a volte i nomi, forse idealizzati, di bambini morti. La sofferenza del popolo palestinese della Striscia di Gaza è sicuramente insanabile, e quando questa guerra finirà lascerà una piaga nell’animo e nei ricordi di molti, come resterà indelebile per il popolo di Israele il 7 ottobre.

Ma almeno due osservazioni ritengo di doverle fare: la prima è che la vita reale dei membri di Hamas non è uguale a quella dei palestinesi di Gaza, in quanto si proteggono nei chilometrici tunnel costruiti nel sottosuolo di Gaza – finché non vengono distrutti dall’esercito israeliano – ma soprattutto grazie alla fraudolenta gestione di parte dei rifornimenti provenienti da azioni umanitarie, oltre ad organizzare un redditizio business sul contrabbando di questi aiuti, non hanno carenza né di cibo né di acqua. Come succede invece agli abitanti di Gaza che vivono di stenti e muoiono sotto i bombardamenti o di fame in superficie. L’altra osservazione è che la questione israelo-palestinese è una questione politica, di conseguenza la tragedia delle vittime può avere anche una connotazione politica, che tuttavia mi fa anche ricordare la strage di bambini che si sta perpetrando da anni in Sudan, come nello Yemen ed in altre aree sub sahariane e centro africane, tanto per restare limitati all’area.

Quindi la strage di bambini non è uguale in tutte le aree del mondo? Solo in questi ultimi due mesi nella città di Al-Fashir, capitale del Darfur settentrionale, in Sudan, sono stati uccisi almeno un centinaio di bambini, molti altri che sono sopravvissuti resteranno mutilati. Un’area martoriata dalla guerra, che soprattutto in questi ultimi due anni sta opprimendo un Paese cronicamente stretto in una crisi umanitaria dai livelli planetari, dove si evidenzia l’orrendo prezzo pagato dai più piccoli. Dieci giorni fa violenti attacchi hanno nuovamente colpito Al-Fashir, il campo per sfollati di Zamzam e Abu Shouk. In questi contesti hanno perso la vita circa 20 bambini oltre ad alcuni operatori umanitari.

La città di Al-Fashir e i campi profughi citati, contano circa 400mila persone, oltre la metà sono a rischio sopravvivenza in carenza di immediati aiuti. L’area interessata nel suo complesso annovera circa un milione di persone in drammatico disagio, e si stima che i bambini siano a rischio vita per questioni alimentari, e molti, a causa dal conflitto, muoiono a cadenza quotidiana; anche se non monitorati come a Gaza. Tutt’oggi, al campo di Zamzam è impossibile consegnare gli aiuti umanitari, gruppi armati bloccano le vie di accesso e saccheggiano ed uccidono nei villaggi e nelle aree circostanti, facendo commercio degli aiuti umanitari che riescono a razziare; come Hamas al confine della Striscia di Gaza.

Da inizio 2025 gli Stati del Darfur sono stati lo scenario dove si sono verificate le maggiori violazioni contro i bambini, violenze di ogni genere, stupri e stragi che sono in fase di aumento. Dati ufficiali riportano che nel Sudan il numero di bambini vittime di violenza sia aumentato di oltre l’80 per cento rispetto al primo quadrimestre del 2024. Queste brutalità e massacri che colpiscono la parte più fragile della società sono aggravati dalla guerra civile tra l’esercito regolare sudanese e i ribelli delle Rapid support forces (Rsf) che controllano anche buona parte del Darfur. Una questione quella del Darfur che porta alla mente un crudo promemoria delle atrocità commesse contro i civili e i bambini due decenni fa, lì con spirito genocida, che fa riemergere quanto in certi contesti le tragiche esperienze vissute si perpetuano con scadenze dalle frequenze fatali. Nel 2003, secondo fonti Onu, vi furono oltre 700mila morti, tra violenze, carestie e malattie, la maggior parte adolescenti e donne. Quasi due milioni e mezzo furono gli sfollati in tutto il Sudan. Una fonte Unicef riporta che in Yemen, altra area geografica investita da una catastrofe umanitaria dalle dimensioni enormi, quasi 12mila bambini sono rimasti vittime degli effetti della guerra civile che ha creato anche migliaia di mutilati. Ad oggi quasi 10 milioni di bambini ha necessità immediata di assistenza umanitaria.

Non indugiando sull’elencare situazioni simili sparse per il Pianeta, cosa è Hamas? Intanto è una organizzazione cinica, la sua essenza è stata interpretata strumentalmente come un gruppo nazionalista di matrice islamista, che avrebbe potuto svolgere un ruolo costruttivo in un processo di pace significativo, ma alla luce dei fatti senza dubbio può essere identificata come un gruppo radicale e fondamentalista con incrollabile odio verso Israele e che contro il quale non potrà sostenere che un’opposizione violenta. Ma soprattutto, un’organizzazione che vorrebbe la distruzione di Israele e la creazione al suo posto di uno Stato palestinese islamista. Inoltre la creazione dell’enorme dedalo di tunnel di Hamas è una prova del fatto che il gruppo protegge i propri combattenti mentre lascia i civili di Gaza, compresi i bambini, in superficie senza alcun sistema di protezione come rifugi per gli attacchi aerei.

Quindi è indubbio che i “calcoli” di Hamas hanno previsto stragi di civili, proprio per utilizzarli come propaganda mondiale anti israeliana. La guerra è quindi tra Israele e Hamas piuttosto che una guerra tra Israele e palestinesi. Il che pone Hamas al di fuori dei palestinesi, ma occorre che i palestinesi rifiutino la politica di Hamas. Oppure, inglobare Hamas e altri gruppi estremisti nell’Organizzazione per la liberazione della palestina (Olp). organismo dominato dal partito laico-nazionalista Fatah, riconosciuto come unico rappresentante ufficiale del popolo palestinese sul palcoscenico internazionale. Ma essendo la questione israelo-palestinese politica, anche i bambini morti sono l’orrendo strumento dei terroristi di Hamas contro Israele, ma in realtà sono contro i civili palestinesi. Ma anche se le stragi di bambini e di civili e i loro sudari sono uguali ovunque, spesso quelli non di Gaza vengono esposti in scenari sbiaditi.

Aggiornato il 29 maggio 2025 alle ore 09:53