Turchia: dalle purghe di Stato, al colpo di Stato preventivo

In Turchia parlare di colpo di Stato praticato dal Governo potrebbe sembrare incongruente, ma in realtà il presidente Recep Tayyip Erdogan questo ha fatto. L’arresto mercoledì 19 del più accreditato oppositore di Erdogan, Ekrem Imamoglu, sindaco di Istambul, ha in pratica eliminato il principale politico dell’opposizione e probabilmente, al momento, l’unico che poteva insidiare lo scranno del neo Sultano turco. 

L’arresto del sindaco di Istanbul si è celebrato con una operazione di vasta scala che ha interessato oltre un centinaio tra politici e dirigenti del suo partito, il Chp, Partito Popolare Repubblicano. Le accuse ad Imamoglu sono gravi, infatti il ministro della Giustizia turco Yilmaz Tunç ha affermato che il sindaco di Istambul è indagato per corruzione e sostegno a un’organizzazione terroristica in quanto considerato vicino al Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, considerato da Ankara una organizzazione terroristica. Le proteste che si sono sviluppate a seguito della “retata” hanno crato alcune difficoltà anche alle forze di polizia governative, in quanto era stato esplicitato il divieto assoluto di manifestare, ma migliaia di turchi sono scesi nelle piazze di Istanbul nonostante l’interdizione a farlo.

In pratica il Sindaco di Istambul è stato arrestato per sostegno ai gruppi terroristici curdi, mentre Ertan Yildiz consigliere del sindaco, Resul Emrah Şahan sindaco del “municipio di Sisli” che è sotto il comune di Istambul, il vicesegretario generale del comune, Mahir Polat, il sindaco di Beylikdüzü, vari uomini d’affari, il giornalista Murat Ongun e il presidente di un club sportivo, sono stati messi ai “ferri” anche per corruzione.

Il blitz si è conclamato con centinaia di poliziotti che hanno fatto irruzione nell’abitazione di Imamoglu, che è stato arrestato e tradotto alla caserma della polizia. La reazione dei suoi sostenitori è stata decisamente ardita considerando la dittatura esercitata da Erdogan; si sono radunati davanti al quartiere generale della polizia gridando slogan contro il governo e sventolando la bandiera nazionale hanno dato del “dittatore” al Presidente.

Il sindaco di Istambul o, meglio, l’ex sindaco, guida dal 2019 la città che conta oltre sedici milioni di abitanti; un contesto complesso come altre megalopoli, ma che gode anche di eccellenze come il “quartiere” di Sisli, che è uno dei più raffinati ed eleganti contesti abitativi della città. Özgür Özel, presidente del Chp, ha accusato Erdogan di tentativo di colpo di Stato in quanto con questa operazione di “pulizia politica” annulla la volontà del popolo. Ha poi ribadito con veemenza che non esiste né corruzione né associazione con terroristi, ma piuttosto che governano “i carnefici della giustizia”, Anche la moglie del sindaco, la signora Dilek, ha espresso platealmente la sua opinione affermando che l’unica colpa di Imamoglu è di aver conquistato il cuore della gente e che il suo unico crimine è che sarà il prossimo presidente!

Intanto, il giorno prima dell’arresto di Imamoglu l’Università di Istanbul aveva pretestuosamente annullato la sua laurea, contestandogli irregolarità dovute al trasferimento, avvenuto nel 1990, da un’università privata nel nord di Cipro, regione occupata dalla Turchia nel 1983, alla facoltà di economia aziendale di Istambul.

Ricordo che secondo la legge turca, per potersi candidare a una carica è necessario avere una laurea. Naturalmente Imamoglu ha immediatamente contestato la decisione del consiglio direttivo dell’università di Istanbul dichiarandola illegale e strumentale, e che la decisione dell’Università sarà portata in tribunale, in quanto non aveva l’autorità di farlo. Ekrem Imamoglu, esponente del principale partito di opposizione, è oggetto di cinque procedimenti giudiziari, due dei quali aperti a gennaio. Imamoglu, unico candidato in corsa per rappresentare il suo partito alle prossime elezioni presidenziali, avrebbe dovuto essere nominato ufficialmente domenica prossima durante le primarie del suo partito, il Chp,

Una battuta d’arresto per la democrazia turca? Al di là di quanto dichiarato da vari esponenti politici europei, compresi tedeschi, e anche se il Consiglio dell’Unione europea nelle sue conclusioni del 17 dicembre ha affermato che è fondamentale che la Turchia rispetti gli impegni internazionali assunti soprattutto in quanto Stato membro del Consiglio d’Europa, la realtà va letta nell’affermazione pronunciata da Erdogan nel 1994 quale sindaco di Istambul (1994-1998): “La democrazia è come un tram, quando arriva alla fermata si scende”.

Il neo sultano è sceso dal tram della democrazia e della laicità nata da Kemal Ataturk, fondatore della Repubblica di Turchia (1923), già da più di trenta anni.

Le prossime elezioni presidenziali sono previste per il 2028, ma è probabile che vista l’ennesima purga somministrata da Erdogan potrebbero essere anticipate.

Aggiornato il 20 marzo 2025 alle ore 11:19