
L’Africa occidentale, oltre ad essere martoriata da carestia, jihadismo, povertà, fame e insicurezza cronica è ora colpita dagli effetti devastanti di una nuova droga. Kush è il nome di questo narcotico composto da sostanze psicoattive con proprietà assuefacenti elevatissime e spesso fatali già dalla prima dose. Così dal Senegal alla Sierra Leone questa, poco costosa, droga sta dilaniando fasce di società sempre più dipendenti da questa sostanza.
Il Kush, che si pronuncia “kouche”, attecchisce con estrema facilità in una fascia sociale tendenzialmente depressa; molte testimonianze dimostrano che questa droga viene assunta perché ha effetti immediati sulla memoria e sulla realtà istantanea, conducendo il consumatore in un caos allucinato che comunque affoga i problemi quotidiani. La Kush ha un effetto devastante sul consumatore già alla prima assunzione, il soggetto può cadere in uno stato di catalessi dal quale spesso non riemerge più.
Ma come è giunta questa droga nei paesi dell’Africa occidentale? Da circa due decenni i Paesi occidentali dell’Africa sono diventati una via di transito per il traffico internazionale di cocaina; da alcuni anni il Senegal è stato particolarmente interessato da questo mercato e ciò lo ha condotto ad essere un nuovo paese consumatore. Le operazioni governative antidroga hanno portato al sequestro di questa sostanza proveniente dal sud America e destinata all’Europa; operazioni complesse sia per la quantità di droga circolante sia perché il sistema di traffico di stupefacenti è estremamente articolato e parcellizzato.
Il Kush al dettaglio non è costoso; non è venduto a grammi ma a “pacchetto”, un “pizzico”, quindi una dose minima costa 500 franchi Cfa, ovvero 0,76 euro. Un pacchetto largo circa 4 centimetri, con due centimetri di spessore, costa circa quindicimila franchi Cfa (Comunità Finanziaria Africana), ovvero 23 euro. La polvere viene spesso mischiata con il tabacco e arrotolata per essere fumata. Risulta che già dalle prime aspirazioni la coscienza svanisce e i movimenti rallentino.
La cocaina è stata il vettore di questa nuova droga, e la battaglia dei doganieri senegalesi per l’intercettazione del traffico della polvere bianca è costante. Lo sforzo ha prodotto in questi mesi anche al sequestro di ingenti quantità computabili in svariati milioni di euro, come accaduto con la confisca di quasi trentacinque chilogrammi di cocaina sulla strada tra Fatick e Kaolack, al centro del Senegal, un carico del valore di 2,8 miliardi di franchi Cfa, quasi 4,3 milioni di euro. Poco prima altri quaranta chili erano già stati sequestri in un villaggio dove la sostanza era stata nascosta. Ma anche al confine con il Mali una tonnellata di cocaina è stata intercettata nella città di Kidira.
La quantità di droga circolante è comunque enorme e la continuità di questi sequestri dimostra la volontà della criminalità organizzata di fare del Senegal un sito del mercato degli stupefacenti.
Quale è la criminalità coinvolta in questa operazione? Intanto va detto che la droga parte dal Brasile, Perù, Colombia, e la Guinea Bissau, stato ubicato a sud del Senegal, il quale ha rivestito il ruolo di trampolino per l’Europa.
Con i controlli marittimi sempre molto attenti, le rotte terrestri dell’Africa occidentale sono diventate la via più sicura per l’esportazione nel continente europeo. Tale affermazione è stata sostenuta anche tramite l’Osservatorio delle economie illecite nell’Africa occidentale, con sede a Dakar, organismo inserito nel quadro della Ong Gi-Toc, Global Initiative Against Transnational Organized Crime. La criminalità coinvolta, secondo un rapporto delle Nazioni Unite elaborato dall’Unodc (Ufficio contro la droga e il crimine, sviluppato l’anno scorso), la maggior parte della cocaina che arriva nell’Africa occidentale è diretta verso il Maghreb e l’Europa attraverso rotte marittime lungo le coste occidentali africane, nonché tramite rotte terrestri, i paesi del Sahel, tra cui Mauritania e Mali, limitrofi al Senegal.
In questo contesto gli attori maggiormente coinvolti in questo mercato di droga dalle dimensioni transatlantiche c’è il Pcc brasiliano, Primo Commando della Capitale, una dei gruppi più potenti del Brasile, legata ad altre organizzazioni criminali africane ed europee, tra cui la ’Ndrangheta. Inoltre, anche il legame tra il Senegal e la Francia esprime importanti operatività in tal senso che si centralizzano soprattutto a Marsiglia.
Un quadro complesso dove il dramma causato in Senegal dalla devastante droga Kush viene ridimensionato, quasi spento, dal monumentale business del traffico di stupefacenti transoceanico.
Aggiornato il 14 marzo 2025 alle ore 13:39