Trump-Zelensky: un’occasione sprecata

Le immagini dello scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, atteso da settimane, lasciano un grande senso di amarezza. Un incontro che avrebbe potuto rappresentare un’opportunità di avvicinamento tra Usa e Ucraina si è concluso con un clima ben più teso di quanto ci si potesse aspettare. Tuttavia, non ci si può basare su dieci minuti di diverbio per comprendere realmente le dinamiche della vicenda. Per una buona mezz’ora, infatti, il dialogo tra i due leader è proseguito in modo lineare, senza particolari attriti. Le divergenze sono emerse nel momento in cui Zelensky ha espresso il suo scetticismo sulla possibilità di un negoziato con la Russia. Un punto di vista legittimo e, per certi versi, comprensibile, considerando il contesto in cui si trova l’Ucraina, ma completamente inopportuno rispetto alla posta in gioco. Il presidente ucraino ha, di fatto, bollato come inutile ogni tentativo dell’amministrazione Trump di trovare un accordo per porre fine alla guerra, assumendo un tono piuttosto arrogante. E tutto questo all'interno dello Studio Ovale, dinanzi a decine di giornalisti.

In un incontro di questa portata, ogni parola e ogni sfumatura comunicativa contano. Zelensky avrebbe potuto esprimere le proprie perplessità con maggiore cautela, evitando di alimentare lo scontro proprio nel momento in cui si stava cercando un terreno comune. Se davvero si vuole la pace, serve uno sforzo reciproco di apertura, senza chiusure pregiudiziali che rischiano solo di allontanare ogni possibilità di intesa. L’errore è stato quello di esporre pubblicamente una posizione così netta, invece di riservarla a un confronto privato, lontano dai riflettori. In diplomazia, le forme contano quanto la sostanza, e una maggiore attenzione a questo aspetto avrebbe potuto favorire un esito diverso. L’incontro, invece, si è concluso con un irrigidimento delle posizioni, alimentando la narrazione di un dialogo impossibile. Se l’obiettivo è davvero quello di arrivare a una soluzione del conflitto, non si può chiudere ogni possibilità di negoziato in modo pregiudiziale. Nessuno chiede di accettare qualsiasi condizione, ma affrontare la questione con pragmatismo è l’unico modo per rafforzare la sicurezza dell’Ucraina e garantire una stabilità duratura. L’incontro tra Trump e Zelensky poteva essere un primo passo in questa direzione. Invece, si è trasformato in un’occasione persa.

Intanto, la firma del trattato sulle terre rare è stata sospesa. Un accordo fondamentale non solo sul piano economico, ma anche strategico. Se fosse stato approvato, gli Stati Uniti avrebbero avuto un ruolo diretto nell’industria mineraria ucraina, rafforzando la loro presenza nel Paese. Questo avrebbe rappresentato un deterrente concreto contro eventuali nuove mosse aggressive da parte della Russia: con investimenti e interessi americani in gioco, Washington non sarebbe rimasta a guardare. Un’opportunità mancata, che avrebbe potuto rafforzare il legame tra i due Paesi e contribuire alla stabilità della regione.

Aggiornato il 04 marzo 2025 alle ore 10:42