Un baccagliare singolare

Il baccagliare contro la dichiarazione sui giudici italiani di Elon Musk è singolare, ma non nel senso utilizzato dai media (tutti quelli tivù, più il mainstream). Lo stesso presidente della Repubblica, che stimo e rispetto, ha sbagliato sostenendo che “l’Italia sa badare a se stessa”. Ecco un verosimile algoritmo su una “manovra di informazione deformata” fatta negli ultimi giorni della campagna elettorale in Umbria ed Emilia-Romagna:
- Musk fa una dura dichiarazione: “Mandateli a casa!” (i giudici che agiscono politicamente) perché alcuni magistrati bloccano il trasporto in un campo di detenzione temporanea in Albania di alcuni migranti illegali;
- Se ne parla a spron battuto da giorni;
- Si usano termini come “ingerenza politica indebita negli affari interni di una altra nazione”, eccetera;
- Musk al momento è un politico ma non riveste nessun ruolo istituzionale negli Stati Uniti. Può dire quel che ha detto, per quanto io non ami affatto questo modo di esprimersi (non apprezzo il politically correct ma nemmeno il politically uncorrect);

- Comunque la si pensi, si tratta della dichiarazione di un cittadino, non di un membro di un governo. Se è così, è libero di farla e non si tratta di ingerenza;
- Se John Elkann oggi facesse una dichiarazione contro il governo cinese, per il suo dumping sul prezzo delle auto, potrebbe farla. Lo stesso presidente Mattarella in Cina ha fatto dichiarazioni molto dure su quel regime;
- Preciso che non mi interessa qui né altrove difendere Donald Trump contro Nicola Fratoianni, Maurizio Landini, eccetera o viceversa;
- Però affermo che in altre occasioni membri del governo italiano, oppure semplici politici o imprenditori hanno sempre fatto dichiarazioni contro o pro altri governi o contro soggetti istituzionali di altre Nazioni;

- Per esempio, il Partito democratico sul caso Salis contro la magistratura e il governo ungherese si è espresso quasi in toni minacciosi. Lo stesso contro il governo israeliano. Molti si sono – e ne sono lieto – espressi contro la polizia statunitense o contro la giustizia talebana o iraniana;
-Per esempio chi ricorda cosa dichiarò nel 2022 a La Repubblica la ministra francese Laurence Boone: “Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo sul rispetto dei diritti e delle libertà… Saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto”;
- Moltissime volte membri influenti di governi italiani hanno fatto interventi a favore o contro i governi di altre nazioni. Per esempio su Cuba (contro gli Usa), sul Venezuela (contro gli Usa), sulla Francia a proposito della sua politica anti migratoria al confine di Ventimiglia;

- Chi ricorda cosa dicevano i politici europei a proposito di Silvio Berlusconi? Il Pd li glorificava. È lo stesso partito che oggi spara o fa sparare ad alzo zero su Musk. Lui invece non può esprimersi, a torto o a ragione che sia, sulle presunte “ingerenze” della giustizia italiana.

“Anche la Conferenza episcopale italiana farebbe bene a non interessarsi troppo dell’Italia”, osserva Domenico A. De Rossi su Facebook. Insomma, se non ci sono mai state dichiarazioni di nostri imprenditori e politici a proposito di questioni interne di altri Stati, allora non c’è più una benché minima ricerca di obiettività. Allora in Italia di ipocrisia sono piene le fosse. Siamo a: “Io posso, Musk non può”. Si deve ricordare che siamo in campagna elettorale per le regioni Umbria ed Emilia-Romagna. Se ne inferisce che organizzare parte di una campagna elettorale in forma fuorviante non è commendevole, e che l’opposizione a volte si comporta con urla e strepiti come i bambini della scuola materna. In politica urla e strepiti sono più che leciti, se motivati. Se non sono motivati ma tendono de facto a dare una cattiva informazione per finalità elettorali, allora siamo di fronte a un comportamento che sarebbe inaccettabile se non vivessimo in una repubblica in cui di politica quasi nessuno capisce un carapace.

Se c'è logica nell’analisi di cui sopra, c’è chi usa i media come una clava e non ha riguardo rispetto al dovere di informazione corretta nei confronti della cittadinanza. Se vuoi attaccare Musk, allora attacchi il suo progetto politico, motivando le tue ragioni, non monti un caso di signoraggio politico da parte statunitense, sul quale godono i dittatori delle Russie come quelli della ex Persia felix. Parliamo di un partito che sull’invasione dell’Ucraina ha proposto: “Riforniamoli di pane ma non di armi”. Oppure le sinistre potevano criticare l’amicizia con Giorgia Meloni, che potrebbe portare a disastri epocali (ma anche no: “L’albero si giudica dai frutti”, non dalle parole di Lilli Gruber). Non ha nemmeno molto senso la campagna collaterale rivolta ai vip di cinema, calcio e putipù vari (che sono il vero dramma delle sinistre mondiali) di chiudere i loro account su X. Insomma, Musk lo critichi politicamente sui contenuti delle idee da lui finora espresse, e perché ha appoggiato Trump come molti imprenditori yankee (metà ha preferito Kamala Harris). Non critichi Musk per ingerenze negli affari interni di un Paese sovrano, che sarebbe una barzelletta se solo ci ricordassimo delle sinistre che misero in croce il presidente Giovanni Leone, Pier Paolo Pasolini, lo stesso Enzo Tortora, inizialmente almeno, che spararono su Giampaolo Pansa, colpevole di aver cambiato idea, come su Federico Rampini, per non parlare di Oriana Fallaci.

Se la sinistra va – senza rendersene conto – contro il diritto di opinione, stiamo freschi. Perché o sei davvero contrario al diritto di esprimere idee, oppure lo utilizzi a tuo uso e consumo. Infine, che senso ha questo rigurgito di antiamericanismo quasi stalinista? In che compagnia politica si vanno a posizionare le opposizioni e la stampa mainstream? Lo sanno? “Non i fatti ma le opinioni orientano gli esseri umani”, scriveva Epitteto due millenni fa. Oggi viviamo in un’epoca di ignoranza politica, in cui la falsa comunicazione rischia di produrre una falsa opinione pubblica, e questo non vale solo per Vladimir Putin.

P.S: Dopo il caso “I giudici italiani sono schierati contro Giorgia Meloni”, è quasi certo che Donald Trump nominerà Elon Musk “Segretario del Tesoro”, ma senza portofogli. E senza diritto di twittare.

Aggiornato il 15 novembre 2024 alle ore 09:36