Il Cremlino si pone come obiettivo la completa sottomissione e russificazione del popolo ucraino, alimentata dall’ideologia imperialista del presidente russo Vladimir Putin. L’influenza della Chiesa ortodossa russa ed il suo sostegno a questa “guerra santa” contro l’Occidente “satanico” hanno ulteriormente radicalizzato l’agenda di Putin che punta al completo assorbimento dell’Ucraina ed allo sradicamento della sua identità e cultura nazionale.
Sul versante opposto, l’approccio dell’Occidente alla guerra di Mosca contro l’Ucraina è ancora troppo morbido. Questo ha contribuito al protrarsi della guerra. Alla base di questo modo di affrontare la minaccia russa vi è l’incomprensione delle ragioni sottostanti l’aggressione scatenata da Mosca.
Dal 24 febbraio 2022, gli Stati Uniti sono uno dei principali sostenitori militari ed economici dell’Ucraina. Washington è stata anche promotrice delle sanzioni contro la Russia e contro quei Paesi che sostengono la macchina militare di Mosca.
Tuttavia, non tutti negli Usa sostengono con la stessa fermezza l’Ucraina. L’America First Policy Institute (Afpi), per esempio, ha delineato un piano di pace dettagliato per la guerra in Ucraina, la cui lettura – a dir poco – lascia sgomenti. Il piano prevede che Washington affronti il conflitto da sola, senza il contributo di altri Stati. Si prevede che gli Stati Uniti continuerebbero a sostenere militarmente l’Ucraina solo se Kyiv accettasse di partecipare ai colloqui di pace. Nel frattempo la Russia verrebbe invitata a partecipare ai colloqui di pace e avvertita che, in caso di rifiuto, gli Stati Uniti aumenterebbero il loro sostegno militare all’Ucraina. Facile no? Mi chiedo come non abbiamo fatto a pensarci prima.
C’è però un dettaglio non proprio trascurabile che il piano Afpi non affronta. Non viene definito come si otterrebbe il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Il piano Afpi riflette proposte simili per un cessate il fuoco senza fornire una soluzione per i territori occupati e la Crimea. Kyiv, ovviamente, rifiuta di prendere in considerazione questo tipo di piani anche a causa della consapevolezza che Mosca non ha mai tenuto fede agli accordi stipulati in passato. Tali piani risultano irrealistici ed affondano le proprie radici in gravi malintesi su quali siano le vere intenzioni del Cremlino nella guerra contro l’Ucraina. Qualsiasi piano di pace costruito sull’incomprensione dei veri obiettivi della Russia sarà, nella migliore delle ipotesi, incompleto e probabilmente inattuabile.
Il piano di pace dell’Afpi, peraltro, si poggia sull’ulteriore presupposto che gli ucraini accettino di non aderire alla Nato in cambio della pace. Gli ucraini, tuttavia, sono diffidenti nei confronti delle cosiddette “garanzie di sicurezza” dopo che quelle ricevute nel Memorandum di Budapest, in cambio della rinuncia al terzo più grande arsenale di armi nucleari del mondo, sono state totalmente disattese.
Putin ritiene che la Russia vincerà la guerra perché avrà una maggiore capacità di resistenza e volontà politica rispetto all’Occidente. Il giorno prima del vertice di pace del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy in Svizzera, Putin ha delineato le sue condizioni per i colloqui di pace, compreso il ritiro delle forze ucraine da Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Altri membri dell’élite russa fanno eco a Putin. Il vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha dichiarato che la Russia accetterà “solo la capitolazione completa e incondizionata e ora è necessario agire, costringendo l’ex Ucraina alla pace esclusivamente alle condizioni russe”. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha definito “assolutamente inaccettabile” per il Cremlino la formula di pace ucraina delineata in Svizzera, che prevedeva il ritiro delle forze russe da tutto il territorio ucraino riconosciuto a livello internazionale.
Mosca non si accontenterà di occupare solo un quinto del territorio ucraino. Il Cremlino ritiene che il controllo su Kyiv, Kharkiv, Odesa e Dnipro sia essenziale per alimentare la mitologia nazionalista imperiale russa. Ciò è confermato dalla promozione, da parte del Cremlino e della Chiesa ortodossa russa, dell’ideologia secondo cui russi, bielorussi e ucraini sarebbero un solo popolo (sic!) e che gli ucraini non siano un popolo sovrano. Questa ideologia è stata recentemente messa in risalto anche al forum “Mondo Russo”, lo scorso 29 luglio. Nel forum, uno dei temi chiave discussi è stato il “ritorno alla dottrina della trinità del popolo russo come uno degli aspetti chiave per risolvere il problema della denazificazione dell’Ucraina”. Del resto, “l’annessione da parte della Russia e la continua occupazione della Crimea, del Donbas e dell’Ucraina sudorientale non sono negoziabili”, come Putin ha ripetutamente affermato.
La Chiesa ortodossa russa è uno dei principali sostenitori della retorica di Putin. Sostiene la guerra attraverso i suoi canali Telegram, la stampa religiosa e i media elettronici; le raccolte fondi per soldati e veterani; partecipando a cerimonie ufficiali sulla guerra ed attuando una ferma censura e repressione del clero pacifista.
Il 27 marzo, il Concilio mondiale del popolo russo (Wrpc) ha rilasciato un documento che dà pieno appoggio alla “guerra santa” contro un Occidente “satanico” che presumibilmente controlla l’Ucraina. Il Wrpc ha descritto la “liberazione” dell’Ucraina come un mandato dato da Dio alla Russia. Il concilio ha inoltre chiesto che tutta l’Ucraina ritorni sotto il controllo canonico della Chiesa ortodossa russa, da cui è stata rimossa nel 2018. In una Ucraina “liberata”, non ci sarà spazio per un regime “russofobo”, e Mosca insedierà un regime (fantoccio, ndr) filo-russo a Kyiv. La “liberazione” dell’Ucraina porterà al “ripristino dell’unità del popolo panrusso”, ovvero alla sostituzione degli ucraini con i “piccoli russi”.
La ferma richiesta del Cremlino per il controllo territoriale e la completa sottomissione dell’Ucraina, unita al sostegno ideologico della Chiesa ortodossa russa, sottolinea la complessità del raggiungimento di una soluzione pacifica. Per porre fine a questa guerra, coloro che sono coinvolti nel processo di pace devono capire perché la Russia ha invaso l’Ucraina e non assecondare l’ideologia propagandistica che Putin e il Cremlino continuano a diffondere per giustificare la guerra.
Alcuni leader in Occidente spesso non riconoscono pienamente i piani imperiali della Russia e l’obiettivo reale dell’invasione di sostituire uno Stato ucraino indipendente con una seconda “Piccola Russia”, ma questi politici devono rendersi conto che per la sicurezza globale, una Russia è già una minaccia sufficientemente grave per poter accettare supinamente che si possa replicare in tanti altri piccoli “Stati clone”.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza
Aggiornato il 08 agosto 2024 alle ore 10:19