Nel fine settimana del 15 e 16 giugno i rappresentanti di Paesi sono rappresentanti dell’America Latina, dell’Africa, dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Asia, del Pacifico, del Nord America e leader religiosi si sono riuniti in Svizzera per il vertice sulla pace in Ucraina. Considerato “il più grande sforzo diplomatico” nella storia dell’Ucraina, il vertice è stato pensato per raccogliere il sostegno internazionale alla visione ucraina di una soluzione pacifica, sostenibile e giusta alla guerra scatenata dall’invasione russa. Sebbene l’evento abbia prodotto alcuni segnali incoraggianti e abbia contribuito a far luce sugli effetti dell’invasione russa, ha rappresentato solo un piccolo passo in avanti rispetto al lungo processo di pace. L’assenza di alcune nazioni ha contribuito notevolmente a indebolire il potenziale impatto del vertice, suggerendo che i diplomatici ucraini hanno ancora molto lavoro da fare a livello bilaterale. L’evento in Svizzera si è svolto nell’ambito di un periodo di intensa attività diplomatica per l’Ucraina.
Alla vigilia del vertice di pace, i leader del G7 hanno concordato di fornire all’Ucraina un prestito di 50 miliardi di dollari finanziato dagli interessi sui beni russi che rimangono congelati in Europa e negli Stati Uniti. A margine della riunione del G7, gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno firmato uno storico accordo bilaterale di sicurezza decennale. Durante il vertice di pace stesso, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha anche potuto tenere incontri bilaterali con numerosi leader delle nazioni presenti. L’Ucraina auspicava, attraverso il vertice, di poter galvanizzare il sostegno internazionale al piano di pace in dieci punti del presidente Zelenskyy. Kyiv ha sottolineato l’importanza di promuovere la sicurezza nucleare, proteggere la sicurezza alimentare, liberare i prigionieri di guerra e restituire i bambini ucraini rapiti dalla Russia dall’inizio dell’invasione su vasta scala. In un senso più ampio, l’evento ha avuto il merito di mantenere sotto i riflettori internazionali l’aggressione russa in corso contro l’Ucraina.
Nel corso del suo intervento, il presidente Zelenskyy ha sottolineato come: “La Russia purtroppo ha portato la guerra in Ucraina, nelle nostre case, nelle città e nei villaggi ucraini, e centinaia di loro sono stati purtroppo completamente distrutti dalle bombe, dall’artiglieria e dai missili russi. Vladimir Putin ha tolto la vita a migliaia di nostri cittadini. Perché? Perché vuole conquistare un Paese vicino. Non lo auguro a nessuno. Desidero sinceramente che tutti voi, tutti i popoli del mondo, ogni bambino, ogni famiglia, possiate semplicemente vivere senza guerra. E lo voglio per tutti gli ucraini. L’Ucraina ha diritto alla pace. Proprio come tutti voi”. Il presidente ucraino, proseguendo, ha citato le prime parole della Carta dell’Onu: “Noi, popoli delle Nazioni Unite, determinati a salvare le generazioni future dal flagello della guerra, che per due volte nella nostra vita ha portato indicibili sofferenze all’umanità, e a riaffermare la fede nei fondamentali diritti umani. Diritti, nella dignità e nel valore della persona umana, nella parità di diritti tra uomini e donne e – cosa così importante! – delle nazioni grandi e piccole, e di stabilire le condizioni in cui possano essere mantenuti la giustizia e il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e da altre fonti del diritto internazionale”, evidenziando che questi concetti sono alla base della Formula della Pace promossa dall’Ucraina.
Alla termine dei lavori, settantotto Paesi hanno firmato il comunicato finale riconoscendo che il rispetto per l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina deve servire come base per qualsiasi futuro accordo di pace. Brasile, India, Sudafrica e Arabia Saudita, seppur intervenuti, hanno scelto di non firmare il comunicato ufficiale del vertice. Del resto, dal 2022, questi Paesi sono stati sempre riluttanti a sostenere l’Ucraina o a condannare apertamente l’invasione della Russia. La Russia non ha ricevuto l’invito a partecipare al vertice di pace, mentre la Cina ha scelto di non partecipare. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ha suggerito che Putin avesse chiesto alla Cina di rifiutare l’invito dell’Ucraina. Pechino, però, non si è limitata a non intervenite, ha lavorato, al fianco della Russia, per scoraggiare altri dal partecipare all’iniziativa di pace dell’Ucraina. Diversi Paesi partecipanti del Sud del mondo hanno parlato della necessità di coinvolgere la Russia in ogni futuro processo di pace. Tuttavia, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha sottolineato che Putin non è seriamente intenzionato a porre fine alla guerra. “Insiste sulla capitolazione. Insiste nel voler ottenere il territorio ucraino, anche quello che oggi non è occupato da lui. Insiste nel disarmare l’Ucraina, lasciandola vulnerabile a future aggressioni.
Nessun Paese accetterebbe mai queste condizioni oltraggiose”, ha affermato von der Leyen riferendosi al piano di pace presentato dal presidente russo Putin alla vigilia del vertice svizzero. Anche se le tattiche apparentemente dannose del Cremlino non sono riuscite a far deragliare l’iniziativa di pace dell’Ucraina, l’influenza russa ha comunque influito sul vertice svizzero e ciò rappresenta chiaramente un fattore negativo. La decisione della Cina di non sostenere l’evento è stata senza dubbio ancora più importante, poiché molti osservatori sostengono che la posizione di Pechino abbia impedito l’emergere di un consenso più globale sul percorso verso la pace in Ucraina. Tuttavia, la partecipazione di numerosi Paesi considerati in buoni rapporti con il Cremlino ha sottolineato il potenziale di questa iniziativa di pace. Paesi come il Qatar, l’Ungheria e la Serbia – considerati da sempre vicini a Mosca – hanno firmato il comunicato finale.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative sulla sicurezza
Aggiornato il 19 giugno 2024 alle ore 12:40