Nel corso degli ultimi 12 mesi, compresi tra il 1° marzo 2023 e il 29 febbraio 2024, la situazione dei prigionieri politici a Cuba è peggiorata ulteriormente. Sono stati aggiunti alla lista di Prisoners Defenders un totale di 168 nuovi prigionieri politici, con una media di oltre 14 detenuti ogni mese. Questo ha portato il numero totale di prigionieri politici a 1.234 nell'arco dei 12 mesi considerati. La grave situazione di oppressione e carcere politico a Cuba è stata portata all’attenzione del Parlamento europeo, che ha denunciato dettagliatamente questa repressione. La risoluzione dell’Ue, datata 29 febbraio 2024, è stata adottata a maggioranza assoluta, contenendo descrizioni precise della situazione di repressione da parte del Regime sull’Isola. Questi dettagli sono considerati di vitale importanza per prendere piena coscienza del quadro che caratterizza la realtà dei prigionieri politici a Cuba e le loro condizioni. Ora, La Comunità internazionale è chiamata a considerare attentamente questi fatti e – soprattutto – ad agire di conseguenza.
“Occorre porre immediatamente rimedio a una situazione in cui i rappresentanti della società civile indipendente sono esclusi dall'accesso ai fondi di cooperazione e dalla partecipazione all’Accordo ( il trattato internazionale Trips, ndr.), mentre la partecipazione e l'accesso a tali fondi sono consentiti esclusivamente alle società in cui lo Stato partecipa o che controlla, come avviene dalla firma dell’Accordo”, ha sancito il Parlamento europeo. “L'accordo di dialogo politico – ha continuato l’Ue – e di cooperazione tra l'UE e Cuba (Pdca) ha fallito il suo obiettivo centrale di migliorare le libertà fondamentali a Cuba”. In quest’ottica, l’embargo europeo all’Isola non è abbastanza. Infatti il maggiore partner commerciale del Regime sono e restano gli Stati Uniti, che nel 2023 hanno fatto registrare verso Cuba esportazioni multimilionarie.
Come se non bastasse, diversi media avrebbero riferito che alcuni uomini, con il pretesto di andare a lavorare nelle “costruzioni” siano stati inviati al fronte ucraino dalla parte della Russia per combattere come mercenari. Tutto ciò con la totale compiacenza del Regime cubano, visto che ogni singolo aereo che spicca il volo dall’Isola deve essere a tutti i costi autorizzato dal Governo. Si stima che siano già migliaia i cubani che combattono dalla parte del Cremlino, a favore dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità commessi dall'esercito di Vladimir Putin in Ucraina.
Aggiornato il 15 marzo 2024 alle ore 09:03