Alexei Navalny è morto in prigione. Il dissidente leader dell’opposizione russa, 47 anni, è deceduto nella colonia carceraria artica. Era detenuto dal 2021. In una nota diffusa dal carcere, viene spiegato: “Navalny si è sentito male dopo la passeggiata, perdendo conoscenza quasi subito. Il personale medico è arrivato immediatamente ed è stata chiamata l’ambulanza. Sono state eseguite le misure di rianimazione che non hanno dato risultati positivi. I paramedici hanno confermato la morte del condannato. Si stanno accertando le cause della morte”.
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, commenta: “La morte di Alexei Navalny, durante la sua detenzione, è un’altra triste pagina che ammonisce la comunità internazionale. Esprimiamo il nostro sentito cordoglio e ci auguriamo che su questo inquietante evento venga fatta piena chiarezza”. Marija Pejcinovic Buric, segretaria generale del Consiglio d’Europa, sottolinea: “Sono profondamente costernata e indignata dalla notizia dell’improvvisa morte di Alexei Navalny, leader dell’opposizione russa, in una prigione. Il tragico destino di Navalny non può essere considerato separatamente dal calvario di violazioni dei diritti umani che ha dovuto affrontare, tra cui l’attentato alla sua vita 3 anni fa, una serie di casi penali a sfondo politico e la sua ingiusta incarcerazione e detenzione in condizioni disumane e degradanti”.
“Il suo sacrificio – insiste – non è solo un chiaro monito dell’assoluto disprezzo della Russia per i diritti umani dei suoi cittadini, ma anche una testimonianza del pesante prezzo da pagare per difendere i valori dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. Le autorità russe devono condurre immediatamente un’indagine approfondita sulle circostanze della morte di Navalny e mettere i risultati a disposizione del pubblico, in linea con i loro obblighi internazionali”.
“Non voglio sentire alcuna condoglianza. Abbiamo visto mio figlio nella colonia penale il giorno 12, avevamo una visita. Era vivo, sano, allegro”. Queste le parole sui social media della madre di Alexei Navalny, stando a quanto indicato da Novaya Gazeta. Per Volodymyr Zelensky, leader ucraino, “Navalny è stato ucciso”. E Vladimir Putin dovrà “rendere conto dei suoi crimini. Putin uccide sempre. Egli è la personificazione di questa guerra e non si fermerà. Possiamo solo fermarlo insieme”. Mosca, da par sua, risponde: “Non esiste ancora un esame forense, ma le conclusioni dell’Occidente sono già pronte”. Questo il concetto espresso dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
Aggiornato il 16 febbraio 2024 alle ore 16:40