La Turchia potrebbe tornare a svolgere un ruolo chiave nel dialogo tra Russia e Ucraina. Lo ha annunciato Yuri Ushakov, il consigliere del Cremlino per la politica estera. L’ex ambasciatore di Mosca negli Stati Uniti ha confermato di essere in procinto di organizzare una missione ad Ankara, in programma a febbraio. Secondo le fonti dell’agenzia d’informazione russa Ria Novosti, i due Paesi starebbero preparando l’incontro per il 12 del prossimo mese. È da settembre scorso – quando Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdoğan si sono incontrati per parlare della diatriba sul grano di Kiev – che i due leader non si parlano faccia a faccia, ma sembrerebbe giunto il momento per il presidente turco di ricoprire ancora il ruolo di mediatore fra il capo di Stato russo e Volodymyr Zelensky.
Ma l’Ucraina, per adesso, ha ben altri problemi. Primo fra tutti, Kiev sta facendo i conti con le incertezze dell’Occidente – o meglio, di Washington – nel ribadire il sostegno finanziario e militare alla causa del Paese. E non aiuta di certo la voce, che si è diffusa fra le stanze del potere, che il comandante delle forze militari di Kiev, Valery Zaluzhny, si sarebbe dimesso a causa del lento e inesorabile deterioramento dei suoi rapporti con il presidente Zelensky. La notizia è stata messa in circolo da un ex deputato, Boryslav Bereza, e poi ripresa dal parlamentare Oleksiy Goncharenko. La Difesa ucraina, ha prontamente smentito questa voce. Il deputato di European Solidarity (YeS) ha scritto sul suo canale Telegram di essere venuto a conoscenza attraverso “due fonti” della rinuncia di Zaluzhny all’incarico.
L’annuncio, che è stato pubblicato seduta stante anche dalle agenzie russe, è stato poi smentito. E così hanno fatto anche i media di Mosca. “Cari giornalisti, rispondiamo immediatamente a tutti, no, questo non è vero”, ha scritto il dicastero di Kiev sul suo canale Telegram. La notizia delle dimissioni del capo dell’esercito è sembrata ai molti veritiera proprio perché non sarebbe stata la prima volta che si fosse vociferata una rimozione di Zaluzhny. Già a novembre scorso era apparsa sui siti nazionali – sia russi che ucraini – questa suggestione, dopo le dichiarazioni di Volodymyr Ariev (un deputato di Kiev) sul capo delle forze armate. Secondo il politico, quest’ultimo era stato sollevato dal suo incarico dopo aver parlato di “guerra in fase di stallo che rischiava di favorire Mosca”, interpellato dall’Economist.
Aggiornato il 30 gennaio 2024 alle ore 16:13