Ha ribadito il secco “no” alle richieste di Hamas. E ha spiegato che, finché sarà premier, non ci sarà alcuno Stato palestinese. Benjamin Netanyahu ha mostrato i muscoli. E ha chiarito: “Solo la vittoria totale garantirà l’eliminazione di Hamas e il ritorno dei nostri ostaggi”. Nessun ripensamento, quindi. Una posizione, la sua, ribadita con forza “anche di fronte a pressioni enormi internazionali e interne. È stata questa mia ostinazione a impedire, per anni, uno Stato palestinese che avrebbe costituito un pericolo esistenziale per Israele. Finché sarò primo ministro, questa sarà la mia posizione”. Poi ha aggiunto: “Ho chiarito al presidente Joe Biden la determinazione di Israele a conseguire tutti gli obiettivi della guerra. E a garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”. Aggiungendo un altro aspetto: dopo l’eliminazione di Hamas, a Gaza non ci sarà nessuno che possa finanziare o educare al terrorismo, o che “invii terroristi. La Striscia deve essere smilitarizzata e restare sotto pieno controllo di sicurezza israeliano”.
Non sono mancate, però, le reazioni. António Guterres, segretario generale dell’Onu, al vertice del G77+Cina di Kampala, in Uganda, secondo quanto riportato dal Guardian ha commentato: “Le operazioni militari di Israele hanno diffuso distruzioni di massa e ucciso civili su una scala senza precedenti durante il mio mandato come segretario generale. Questo è straziante e assolutamente inaccettabile. Il Medio Oriente è una polveriera, dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che il conflitto si accenda in tutta la regione”. Grant Shapps, ministro della Difesa britannico, ha insistito nel dire che l’opposizione di Netanyahu alla costituzione di uno Stato palestinese è “deludente”. Intervistato da Sky News, ha precisato: “Penso che sia deludente sentire Benjamin Netanyahu dire che non crede nella soluzione dei due Stati. In tutta onestà, l’ha detto per tutta la sua carriera politica, per quanto ne so. Non penso che arriveremo a una soluzione se non avremo due Stati”.
Nel frattempo, il Ministero della Sanità della Striscia ha reso noto il bilancio delle vittime a Gaza dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas: ovvero più di 25mila morti. Mentre l’esercito israeliano ha fatto sapere che, da quando sono cominciate le operazioni terrestri, i soldati deceduti sarebbero 195. Sempre a Gaza è stato scoperto un tunnel dove sono stati tenuti prigionieri alcuni ostaggi, la cui posizione era localizzata sotto la casa di un dirigente di Hamas. Ossia a Khan Yunis, nella parte meridionale della Striscia. Nel tunnel, situato a 20 metri di profondità, era presente una grande sala dove avrebbero convissuto una ventina di soggetti finiti nelle mani dei terroristi. Tra le altre cose, sono stati recuperati i disegni di Emilia Aloni, la bambina poi rilasciata. Sono state trovate pure tracce di Dna di ostaggi israeliani catturati il 7 ottobre dal kibbutz di Nir Oz.
“Cessate il fuoco delle parole lo diciamo noi a chi continua ad accusare Israele di crimini di guerra e genocidio, con slogan basati sulla nazionalità e sulla fede, dando credito solo alla propaganda di Hamas e nuova vita a pregiudizi che speravamo estinti”: questo l’accorato appello della presidente dell’Ucei (Unione comunità ebraiche italiane) Noemi Di Segni, che si è rivolta “a tutti gli schieramenti politici, a chi insegna all’università o nelle scuole, affinché cessi la violenza verbale, un assist al terrorismo e allo squadrismo di centri sociali o di neofascisti, in nome della solidarietà con un popolo e una terra che non conoscono per nulla”. Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, le ha fatto eco: “Sottoscrivo le parole della presidente della Unione delle comunità ebraiche, Di Segni, la quale invita a cessare il fuoco delle parole contro Israele e contro gli ebrei. A forza di deformare la realtà e di seminare odio si arriva poi agli episodi gravissimi di Vicenza. Dove una vera e propria manifestazione di odio antisemita e antisraeliano ha avuto luogo. E vediamo troppe persone tacere – ha continuato – di fronte a questa vergognosa esplosione di violenza, fronteggiata con saggezza e decisione dalle autorità. L’appello di Noemi Di Segni non deve cadere nel vuoto, soprattutto alla vigilia del Giorno della Memoria. Questa esplosione di odio contro gli ebrei e contro Israele è intollerabile. E tutti devono assumere iniziative per stroncare questo clima. Invece, vediamo troppi silenzi e troppe indecisioni. Forza Italia si sente moralmente impegnata accanto all’Unione delle comunità ebraiche in Italia e accanto al popolo di Israele”.
Aggiornato il 22 gennaio 2024 alle ore 12:07