Una decisione “sbagliata” e “antidemocratica”. Questa la reazione dello staff di Donald Trump, nel commentare il pronunciamento della Corte suprema del Colorado di escludere l’ex presidente statunitense dal voto delle primarie repubblicane in programma – proprio in Colorado – nel Super Tuesday del prossimo 5 marzo. Già è stato preannunciato l’appello. Inoltre, la vicenda quasi sicuramente finirà davanti alla Corte suprema federale. La questione, giocoforza, deve essere risolta entro il 5 gennaio: questo, infatti, è il termine ultimo per la stampa delle schede per le primarie repubblicane.
Ma andiamo con ordine. La Corte suprema del Colorado (con una maggioranza di quattro giudici contro tre) ha bandito Trump dal voto delle primarie repubblicane per la corsa alla Casa Bianca a causa del ruolo che avrebbe avuto nell’assalto a Capitol Hill, avvenuto il 6 gennaio 2021. Per la prima volta negli Usa un candidato è ritenuto ineleggibile secondo il quattordicesimo emendamento, che in sostanza esclude dalle cariche pubbliche i funzionari coinvolti in “insurrezioni o rivolte” contro l’Esecutivo a stelle e strisce.
Nel dispositivo, i giudici hanno sottolineato: “Noi non abbiamo raggiunto queste conclusioni con leggerezza. Siamo consapevoli del peso delle questioni che ci troviamo di fronte. Siamo, tuttavia, consci del nostro solenne dovere di applicare la legge, senza paura o favoritismi, e senza farci influenzare dalla reazione pubblica alla decisione a cui siamo giunti”.
Il Colorado, al momento, è ritenuto uno Stato a tinte democratiche. Da questo punto di vista, al netto di tutto, Joe Biden non avrebbe avuto problemi a spuntarla da queste parti. Ciononostante, la sentenza rappresenta un ostacolo per Trump alla corsa per le Presidenziali del prossimo novembre. Il tema, secondo quanto appreso, è stato portato avanti da alcuni elettori del Colorado, supportati dall’associazione Citizens for Responsibility and Ethics di Washington. A loro detta, con una tesi bocciata in prima battuta, il Tycoon dovrebbe ricevere il cartellino rosso per aver incitato i suoi sostenitori ad attaccare il Campidoglio dopo la vittoria di Biden alle precedenti elezioni americane. Peraltro, casi simili – che ruotano intorno al quattordicesimo emendamento – sono stati avanzati in Minnesota e nel New Hampshire (poi rigettati). Nel Michigan, come riportato da Rainews, “un giudice ha stabilito che la questione era politica e non spettava a lui decidere, mentre secondo una Corte d’appello Trump non doveva essere rimosso dalla corsa”.
Aggiornato il 20 dicembre 2023 alle ore 11:40