“È finita. Arrendetevi”. Questo, in sintesi, il messaggio di Benjamin Netanyahu rivolto ad Hamas. Il primo ministro israeliano, infatti, ha specificato che diversi terroristi dell’organizzazione palestinese si sono arresi alle forze israeliane negli ultimi giorni. Queste le parole di Bibi in un video-messaggio: “Hanno deposto le armi e si sono consegnati ai nostri coraggiosi combattenti. Ci vorrà più tempo, la guerra è ancora in pieno vigore, ma questo è l’inizio della fine di Hamas. Dico ai terroristi di Hamas: è finita. Non morite per Sinwar. Arrendetevi adesso”. Di contro, Abu Obaida, portavoce delle Brigate al-Qassam, in un messaggio preregistrato trasmesso da Al Jazeera, ha rilanciato: “Diciamo agli israeliani che Netanyahu, Gallant e altri membri del gabinetto di guerra non possono riportare indietro i loro prigionieri senza negoziati. L’ultima uccisione di un prigioniero che hanno cercato di riprendere con la forza lo dimostra”.
La situazione è incandescente. Antony Blinken, segretario di Stato americano, alla Cnn ha affermato: “Abbiamo queste discussioni con Israele, anche sulla durata e su come porterà avanti questa campagna contro Hamas. Queste sono decisioni che spetta a Israele prendere”. Da segnalare che, secondo Israele, a Gaza ci sarebbero ancora 137 ostaggi, 20 dei quali sarebbero deceduti, come indicato alla Cnn dall’ufficio del premier israeliano. L’ultima vittima, per la cronaca, sarebbe Sahar Baruch, il 25enne che, a detta di Hamas, sarebbe rimasto ucciso nel tentativo fallito dei militari israeliani di liberarlo. A sua volta, l’esercito israeliano ha rivelato di avere ucciso il nuovo comandante del battaglione Shejaiya di Hamas. Ovvero Emad Qariqa: il tutto sarebbe avvenuto in un attacco aereo nella Striscia di Gaza. Il predecessore, Wissam Farhat, era spirato il 2 dicembre. E anche in quel caso a seguito di un attacco aereo nella Striscia di Gaza.
C’è dell’altro. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite domani si riunirà in una sessione speciale di emergenza, dopo il veto americano su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiedeva un “cessate il fuoco umanitario” a Gaza. Il veto degli Usa, pur non essendo il primo utilizzato, ha sollevato diversi mugugni da parte del mondo musulmano, della Russia, della Cina, dei Paesi africani e di quelli asiatici. Il presidente dell’Assemblea, va detto, può convocare una sessione straordinaria ogni volta che uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza – quindi Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito – decide di avvalersi del proprio diritto di veto per impedire una delibera che, di contro, avrebbe ottenuto la maggioranza (9 membri su 15). Da ricordare che il 27 ottobre l’Assemblea si era riunita in maniera straordinaria, anche dopo il veto statunitense, e ha deciso di chiedere “una tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata che porti alla cessazione delle ostilità”. Un testo, quello, appoggiato da 120 Paesi, tra cui Francia e Spagna, che è stato respinto da 14 Stati (Usa, Israele e altri 12 Paesi alleati). Peraltro, I ministri degli Esteri di Italia, Francia e Germania hanno annunciato di essere favorevoli alla proposta dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, di allestire “un regime sanzionatorio contro i dirigenti di Hamas in solidarietà ad Israele e per contrastare le operazioni terroristi che del gruppo”. In una missiva congiunta, Antonio Tajani, Catherine Colonna e Annalena Baerbock hanno dichiarato il “pieno sostegno alla proposta che dovrebbe permettere all’Ue di colpire i membri di Hamas, i gruppi affiliati e i sostenitori delle sue attività destabilizzanti”.
In ultimo, va evidenziato che Netanyahu – in un colloquio telefonico con il presidente russo, Vladimir Putin – ha manifestato la sua contrarietà circa alcune dichiarazioni rilasciate da funzionari russi all’Onu, e in altre circostanze, contro Israele. Netanyahu, a seguire, avrebbe criticato le relazioni tra Russia e Iran. Mentre ha espresso l’apprezzamento per l’impegno russo di rilasciare un cittadino israeliano con cittadinanza russa. Infine, ha precisato che Israele utilizzerà tutti i mezzi, politici e militari, per rilasciare tutti gli ostaggi. Dall’altra parte, come riportato dall’agenzia Ria Novosti, Putin ha rimarcato la posizione di Mosca: la creazione di uno Stato palestinese indipendente, che coesista in pace con Israele.
Mikhail Bogdanov, inviato speciale russo per il Medio Oriente, avrebbe avuto colloqui con diverse fazioni palestinesi, tra cui Hamas, rimarcando l’esigenza di una cessazione delle ostilità e di un immediato rilascio degli ostaggi. Bogdanov, secondo quanto fatto sapere dal Ministero degli Esteri russo, citato dall’agenzia Tass, avrebbe parlato con rappresentanti dell’Olp, del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e con il vicepresidente del Politburo di Hamas, Musa Abu Marzouk. “La parte russa – è indicato in una nota del servizio diplomatico di Mosca – ha confermato la sua posizione sulla necessità di una cessazione delle ostilità e di una soluzione immediata di tutti i problemi umanitari, compreso il rilascio degli ostaggi”.
Aggiornato il 12 dicembre 2023 alle ore 10:00