“Persino un paranoico può avere nemici”. Pragmatismo, opportunità: per qualcuno è il Machiavelli o il Bismarck del XX secolo. È morto a 100 anni, nella sua casa, in Connecticut, l’ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger. Nato nella zona settentrionale della Baviera (vero nome Heinz Alfred), a Fürth, è cresciuto in una famiglia ebrea piccolo-borghese, assieme alla quale nel 1938 è fuggito dalla Germania, per scampare alle persecuzioni razziali. Cinque anni più tardi diventerà cittadino statunitense. Nel Secondo conflitto mondiale aiuterà i soldati in trincea come interprete. A seguire, diventerà consulente di inquilini della Casa Bianca, quali Dwight David Eisenhower, John Fitzgerald Kennedy, Lyndon Baines Johnson. Sarà ritenuto il motore pulsante della politica estera a stelle e strisce durante la Guerra fredda. Il tutto sempre all’insegna della realpolitik.
L’ex presidente americano George Walker Bush, appresa la notizia del decesso, rende omaggio a “una delle voci più sicure e ascoltate in politica estera”. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, commenta: “Henry Kissinger è stato un punto di riferimento della politica strategica e della diplomazia mondiale. È stato un privilegio aver avuto, di recente, la possibilità di confrontarmi con lui sui vari temi all’ordine del giorno dell’agenda internazionale. La sua scomparsa ci rattrista ed esprimo il mio cordoglio personale e del Governo italiano alla sua famiglia e ai suoi cari”.
Il componente dell’Unione interparlamentare Italia-Usa e presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, osserva: “Se ne va una delle menti più acute della contemporaneità che si distinse sia per la qualità accademica che per le politiche portate avanti, sia da segretario di Stato che da consigliere per la sicurezza nazionale. Fu architetto della détente (distensione) con l’Urss e del disgelo fra Occidente e Repubblica popolare cinese, contribuendo alla stabilità globale. Importanti le sue ultime riflessioni sulla competizione per il controllo dell’intelligenza artificiale”. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, scrive su X: “Henry Kissinger ha plasmato la politica estera americana come pochi altri. Il suo impegno per l’amicizia transatlantica tra Stati Uniti e Germania è stato significativo, ed è sempre rimasto vicino alla sua tedesca terra natia. Il mondo perde un diplomatico speciale”.
Aggiornato il 30 novembre 2023 alle ore 13:31