Rimandato il rilascio degli ostaggi

La tregua è slittata. L’intesa con Hamas sul cessato il fuoco per quattro giorni è posticipata. Come sono stati procrastinati il rilascio di cinquanta ostaggi in mano ai terroristi e lo scambio con 150 detenuti palestinesi. Ciò che doveva cominciare nella mattinata odierna è stato rimandato. Secondo una fonte israeliana “il ritardo non deriva da una rottura dei colloqui, piuttosto dalla necessità di risolvere le questioni amministrative, che sono in fase di risoluzione. Non c’è motivo di preoccuparsi”.

Il ministro Israel Katz – esponente del Likud, il partito del premier Benjamin Netanyahu – ha raccontato alla Radio militare che “al momento l’ipotesi è che l’accordo sarà attuato. Va ricordato con chi stiamo lavorando: Sinwar (capo di Hamas) è un uomo pazzo, che ha dato ordini di uccidere, stuprare, abusare”. Il portavoce del Ministero degli Esteri del Qatar, Majid bin Mohammed al-Ansari, ha fatto sapere che l’annuncio dell’inizio della tregua a Gaza potrebbe arrivare nelle prossime ore: questo quanto ha riportato il quotidiano Haaretz.

Nel frattempo, la speranza dell’Amministrazione Biden è che il processo di rilascio degli ostaggi possa prendere corpo a stretto giro, mentre le parti stanno puntellando “gli ultimi dettagli logistici”. È stata di questo avviso la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano, Adrienne Watson, che ha osservato (citata dai media statunitensi): “L’accordo è stato concordato e resta concordato. Le parti stanno elaborando i dettagli logistici finali. Crediamo che nulla debba essere lasciato al caso quando gli ostaggi iniziano a tornare a casa”.

Ciononostante, la tregua tra Israele e Hamas “non sta mettendo fine alla guerra”. Lo ha ammesso il capo di Stato maggiore dell’Idf, il tenente generale Herzi Halevi, parlando alle truppe, come indicato dai media israeliani. “Stiamo cercando di collegare gli obiettivi della guerra, in modo che la pressione dell’operazione di terra porti alla possibilità di raggiungere anche l’obiettivo di questa guerra, creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi rapiti. Non porremo fine alla guerra. Continueremo finché non saremo vittoriosi, andando avanti e proseguendo in altre aree di Hamas”.

Aggiornato il 23 novembre 2023 alle ore 10:31