Presidenziali Usa: Trump come male minore

Lasciamo perdere sondaggi, previsioni, suggestioni, cartomanti, nani e ballerine. La sfida per le Presidenziali Usa non lascia margini di scelta. Donald Trump è in campo con tutti e due i piedi, gioca d’anticipo e utilizza come boomerang, pro domo sua, gli attacchi che gli arrivano contro. Joe Biden, attuale inquilino della Casa Bianca, cade un giorno sì e l’altro pure. E non inciampa solo fisicamente: tra vuoti di memoria e gaffe, sta facendo di tutto per creare intorno a lui il vuoto di consensi. L’età, inoltre, non gioca a suo favore: a novembre spegnerà 81 candeline. Certo, The Donald non è di primo pelo (77 anni) però mentalmente è sul pezzo.

C’è chi sostiene che i Democratici non dovrebbero ripresentare Sleep Joe per la prossima chiamata alle urne. Troppi i punti deboli: le questioni che coinvolgono il figlio Hunter e l’imbarazzante presenza istituzionale di Kamala Harris, per citare due esempi. Senza dimenticare sia la politica interna che quella estera, dove l’Amministrazione Biden ha palesato falle e scelte poco convincenti. Basti il dato sulla percezione della sicurezza che hanno gli americani. La paura del crimine torna a crescere.

Trump, così, può trovarsi a gareggiare in una situazione perfetta: quella del “male minore”. Dal suo canto, potrebbe mostrare i muscoli alla Cina e non è escluso che possa avvicinare Vladimir Putin per avviare il dialogo in vista della fine del conflitto nel territorio ucraino. Inoltre, la sinistra radicale si ritroverebbe un ostacolo grande e grosso sulla sua strada. Alla faccia del woke.

Gli americani e l’America, sicuramente, meritano di più. Ma chi va per questi mari, questi pesci prende. Un detto popolare di casa nostra che non sarà traducibile Oltreoceano, anche se rende l’idea. Pure senza Google Translate.

Aggiornato il 18 settembre 2023 alle ore 17:21