Madagascar, un colpo di Stato “istituzionale”

Il Continente africano fa scuola, nella sua tipicità, su come può essere gestita una nazione anche evitando il percorso delle urne. Come già scritto in altri articoli su questa testata, il “colpo di Stato”, in Africa in particolare, con tutte le sue articolazioni, è il sistema più collaudato ed efficace per l’avvicendamento al governo. Di prassi, è generalmente l’esercito a compiere il golpe, a volte la stessa “guardia pretoriana” (cohortes praetoriae) che dovrebbe protegge il presidente (imperatore) in carica, ma altre volte sono le “norme”, che applicate all’occasione, permettono il prolungamento a tempo indeterminato di una presidenza, magari conquistata con un consenso elettorale molto spesso manipolato; oppure tali norme emanate ad hoc abrogano regole ritenute inderogabili. Ricade in questo ultimo caso il Madagascar, una nazione apparentemente libera e democratica a forte impatto turistico, che inoltre ha avuto l’abilità di combattere il Covid non con “oscuri sieri sperimentali”, ma con uno sciroppo derivato dalla pianta dell’artemisia il “Covid-Organics”, che pare abbia funzionato egregiamente, a costo quasi zero, ma che sicuramente non ha procurato né morti né invalidi.

Comunque, in questi giorni ha fatto scalpore la decisione dell’Hcc, Alta Corte costituzionale, che ha nominato l’attuale presidente Andry Rajoelina – dimessosi, come previsto dalla legge, dall’incarico per potersi ricandidare alle prossime presidenziali del 9 novembre presidente ad interim fino alle elezioni. Tale decisione dell’Hcc, permette al malgascio-franco Rajoelina di mantenere il controllo delle istituzioni fino alle elezioni. Fattore che ha fatto sollevare le proteste delle opposizioni che hanno denunciato tale decisione come un “colpo di stato istituzionale”. Ricordo che anche la presidenza Rajoelina è frutto di un golpe militare, del quale fu attore principale, come capo dell’opposizione e appoggiato dall’esercito. Dopo la deposizione del presidente malgascio Marc Ravalomanana nel 2009, Rajoelina ha rivestito il ruolo di presidente di transizione fino al gennaio 2014, per poi essere rieletto nel 2018, insediandosi alla presidenza nel 2019. Tuttavia, la sua presenza sulla scena politica verticistica del Madagascar è stata sempre controversa, a causa della sua doppia cittadinanza, francese e malgascia.

Intanto, l’8 settembre quattro partiti dell’opposizione hanno chiesto all’Alta Corte costituzionale di invalidare la candidatura di Andry Rajoelina alla presidenza, ma l’istanza è stata respinta. Inoltre, da quando è stata resa pubblica la nazionalità francese di Rajoelina, ottenuta nel 2014 con un decreto di naturalizzazione siglato dall’allora primo ministro francese Manuel Valls, la sua idoneità a rivestire la carica di presidente del Madagascar è stata messa in discussione. Infatti, l’articolo 46 della Costituzione malgascia recita che può candidarsi alla presidenza solo un cittadino malgascio, caratteristica di cui l’attuale presidente è privo in quanto in possesso anche della nazionalità francese.

Inoltre, secondo l’articolo 42 della legge costituzionale, Andry Rajoelina acquisendo la nazionalità francese, avrebbe perso contemporaneamente quella malgascia, di conseguenza non avrebbe potuto candidarsi alla presidenza nel 2018. Tuttavia, l’Alta Corte costituzionale, sollecitata dalle opposizioni, non si è espressa in merito, ma appellandosi alle proprie prerogative relative alla risoluzione delle controversie preelettorali, ha rigettato le istanze in quanto la legge non prevede il ricorso in materia di elenchi di candidati: in pratica, non viene richiesto il certificato di nazionalità.

Ma dopo la rivelazione della sua nazionalità transalpina anche altre denunce sono stata inviate al tribunale della capitale Antananarivo contro Rajoelina, come quella prodotta da Fanirisoa Ernaivo, un ex magistrato, oppositore del presidente, attualmente in esilio in Francia, e leader dell’Associazione per il diritto e lo sviluppo del Madagascar. Tali denunce si basano su accuse di spionaggio, attacco alla sicurezza esterna dello Stato e falsificazioni di documenti. Andry Rajoelina ha ottenuto la nazionalità francese per via del padre di origine transalpina, e si è difeso in pubblico ricordando Barack Obama, di padre keniota; lo stesso Manuel Valls, francese ma di origini spagnole, l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, di origini ungheresi e anche scomodando Nelson Mandela.

Resta il fatto che Rajoelina ostenta il suo patriottismo in particolare sulla questione delle “Isole Sparse”, o meglio su alcune di queste, di cui il Madagascar chiede la restituzione da parte della Francia. Il presidente malgascio dal 2019 sta premendo su Emmanuel Macron, al fine trovare una soluzione a questa vecchia disputa territoriale. Ma oggi in Africa tutto ciò che è legato alla Francia pare sia avvolto da oscure negatività che stimolano un generale rigetto verso tutto ciò che è francese e che quotidianamente si manifestano dal Marocco al Madagascar, passando per il Sahel.

Aggiornato il 15 settembre 2023 alle ore 18:54