Polonia-Bielorussia: il baratro del “corridoio Suwałki”

La tensione tra Polonia e Bielorussia, mediaticamente sovradimensionata, può essere collocata in un palcoscenico dove i due attori recitano la loro parte. Ma quale è la motivazione di questo nuovo “fronte” di crisi che vede Varsavia schierare oltre diecimila militari sul confine bielorusso? Intanto il 15 agosto nella capitale polacca, per la giornata delle Forze armate, il presidente Andrzej Duda ha partecipato alla parata militare con la volontà di suggellare un momento delicato, dove la dimostrazione di forza è stata la motivazione principale della celebrazione, durante la quale sono state messe in evidenza anche nuove armi, sia offensive che difensive.

Il ministro della Difesa, Mariusz Błaszczak, aveva già dichiarato, due giorni prima, che lo spostamento delle truppe di Varsavia vicino al confine orientale polacco con la Bielorussia aveva l’obiettivo di dissuadere l’esercito di Minsk, e i mercenari Wagner al suo comando, nel provocare la Polonia con incursioni oltre confine. La messa in sicurezza di questa area è stata suggellata dall’afflusso di truppe di rinforzo a quelle già stanziate, che svolgeranno esercitazioni di addestramento ben visibili da oltre confine.

Comunque, era dal 1989 che a Varsavia non si assisteva a una parata militare di tali dimensioni e di tale valenza. Le ultime rappresentazioni del 2020 e del 2021 erano state annullate a causa della pseudo crisi sanitaria, nel 2022 la cerimonia è stata evitata a causa della guerra in Ucraina. Così la celebrazione ha assunto un valore particolare, come ha sottolineato il presidente polacco nelle sue dichiarazioni. Infatti, quest’anno – superando i valori patriottici e di coesione nazionale – la parata militare è stata una dimostrazione di forza, organizzata con attenzione e con la volontà di dare una immagine di potenza offensiva. Il ministro Blaszczak ha così ottenuto lo scopo prefissato: dare ai bielorussi la percezione di cosa li può attendere in caso di sconfinamento e dare ai polacchi la garanzia della sicurezza militare nel quadro di una difesa europea e come membro Nato.

La Polonia non ha mai abbassato la guardia nei confronti della Russia e del suo Stato vassallo, la Bielorussia, nemmeno prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Ma la plateale reazione polacca è scaturita dopo il 7 agosto, data delle esercitazioni militari bielorusse vicino ai confini con Polonia e Lituania. Già a luglio era stato annunciato dai vertici militari bielorussi la presenza di almeno quattromila combattenti del gruppo Wagner nel campo di Brestsky, vicino al confine polacco. Il Financial Times ha rivelato che secondo il ministero della Difesa bielorusso queste esercitazioni erano impostate sulla base della “operazione militare speciale” russa in Ucraina, che prevede anche l’utilizzo di droni. Va ricordato, per quanto dichiarato dal Governo polacco alla Bbc, che i primi giorni di agosto due elicotteri bielorussi hanno sorvolato la regione polacca di Białowieża, limitrofa al confine con la Bielorussia. Minsk ha negato tale accusa, affermando che non vi è stata violazione delle frontiere da parte degli elicotteri Mi-8 e Mi-24. Però Varsavia, che inizialmente non aveva rivelato la violazione dello spazio aereo nazionale, ha poi confermato e portato prove.

Al momento, i Wagner sono presenti nelle strutture in Bielorussia; presenza confermata da immagini satellitari, che rivelano un numero significativo di veicoli nel campo Wagner limitrofo all’abitato di Tsel, a circa 80 chilometri a sud di Minsk. Inoltre, fonti ucraine riportano una crescente attività dei Wagner nella regione di Brest, nell’ovest del Paese, a non molta distanza dal confine polacco.

Ma quale è la criticità di questa regione di confine? Ricordo che a ovest della frontiera bielorussa-polacca esiste una linea chiamata corridoio Suwałki (Gap) che scorre tra il confine polacco-lituano; è una linea di terra lunga 95 chilometri che funge anche da collegamento tra la Bielorussia e l’exclave russa di Kaliningrad, estremamente fortificata. Questa linea è un potenziale punto critico in caso di conflitto tra le nazioni Nato e la Russia. Infatti, se Russia e Bielorussia riuscissero con un’azione militare a chiudere questo corridoio, potrebbero isolare, via terra, le Repubbliche baltiche di Lituania, Lettonia ed Estonia dai loro alleati Nato europei. Quindi, Russia e Bielorussia potrebbero facilmente ostacolare l’Alleanza Atlantica nell’inviare velocemente rinforzi agli Stati baltici. E il sospetto è che le manovre bielorusse al confine polacco non escludano tale ipotesi.

In più, il rischio di provocazioni da parte della Bielorussia al momento si può sviluppare anche sfruttando la questione migratoria. Infatti, si teme che membri Wagner, magari con divise da guardie di frontiera bielorusse, potrebbero favorire i migranti illegali a raggiungere il territorio polacco, per tentare un “disturbo sociale”. Il generale Tomasz Praga, comandante della Guardia di frontiera polacca, ha dichiarato che fino ad ora – agosto 2023 – quasi ventimila esuli hanno tentato di entrare in Polonia dal confine bielorusso, almeno il venti per cento in più di tutto il 2022. Il picco si è registrato nel mese di luglio, con oltre quattromila migranti che hanno tentato di sconfinare in Polonia. Quindi Minsk, guidata da Mosca, sta usando gli esiliati spediti verso i confini della Polonia al fine di creare un altro tipo di “fronte” con l’Unione europea.

In tal modo gli strateghi militari bielorussi, che applicano un sistema organizzato dai servizi speciali russi, stanno assumendo modalità operative identiche a un comune gruppo criminale che organizza l’immigrazione clandestina. Già nel 2021 migliaia di migranti con vario status, provenienti anche dal Medio Oriente e dall’Africa, hanno cercato di varcare il confine verso la Polonia; una pressione esercitata anche sull’Unione europea da Minsk. Varsavia, approvando una controversa legge che autorizzava il respingimento degli esuli, ha annunciato anche l’inizio della costruzione di 180 chilometri di muro sul confine.

Ma la “partita polacca” non è solo questa, se valutiamo che l’annuncio di ulteriori truppe alla frontiera arriva in contemporanea con la comunicazione che il prossimo 15 ottobre si terranno le elezioni legislative in Polonia. Dove il PiS (Diritto e Giustizia), guidato dal premier Mateusz Morawieck partito nazionalista e conservatore, sta facendo della sicurezza la sua arma politica, al fine di consolidare il potere governativo per il terzo mandato.

Aggiornato il 29 agosto 2023 alle ore 10:34