La miniera polacca contro l’agenda green dell’Ue

A ben vedere, tra la Polonia e le politiche green dell’Unione europea non corre buon sangue. O, se vogliamo andare in punta di penna, potremmo dire che c’è un abisso. Al momento incolmabile.

Nemmeno un mese fa, infatti, lo Stato che ha dato i natali al musicista Fryderyk Chopin ma anche all’astronomo e matematico Niccolò Copernico (e non solo a loro, ovviamente) ha presentato ricorso alla Corte di giustizia dell’Ue (Cgue) contro uno dei provvedimenti in cui si snoda il Green Deal europeo. Anna Moskwa, ministro polacco per il Clima, ha detto: “La lotta per gli interessi polacchi nell’Ue continua! In linea con le nostre precedenti dichiarazioni, come Polonia abbiamo presentato il nostro primo ricorso alla Cgue in merito a una delle misure del pacchetto Fit for 55”. Il provvedimento impugnato, approvato a marzo, è in pratica il regolamento sull’uso del suolo e la silvicoltura (Lulucf).

Ma non è finita qui. Perché in Polonia c’è una miniera – quella di Turów – diventata un simbolo contro l’agenda verde dell’Ue. Come raccontato dal Corriere della Sera, con la lignite estratta da quei giacimenti il Paese è in grado di produrre il sette per cento dell’elettricità di cui ha bisogno. L’impianto doveva chiudere. Una condanna della Corte di giustizia Ue, nel 2021, è costata una multa da 500mila euro al giorno. Peraltro, come sottolineato da Linkiesta, “un tribunale amministrativo di Varsavia ha accolto il ricorso di alcune associazioni ambientaliste contro la proroga delle concessioni alla miniera di continuare l’attività estrattiva dopo il 2026. La decisione ha provocato un’alzata di scudi unanime da parte del Governo. Il primo ministro Morawiecki ha parlato di sentenza che vuole favorire gli interessi stranieri a scapito di quelli polacchi”.

Un impianto su cui già si era parlato molto. Soprattutto nell’occasione in cui la Repubblica Ceca decise di rivolgersi alla Corte di giustizia europea, segnalando l’inquinamento acustico e atmosferico prodotto dall’impianto, che – a quanto pare – avrebbe provocato un’infiltrazione delle falde acquifere.

Una battaglia che si preannuncia rovente. Mentre tra non molto – il 15 ottobre – in Polonia si terranno le elezioni. Il premier Mateusz Morawiecki ha assicurato che il sito resterà operativo nonostante le multe. Se non è un guanto di sfida, poco ci manca.

Aggiornato il 09 agosto 2023 alle ore 16:12