Iran, quattro mesi fa la morte di Mahsa Amini

Quattro mesi fa la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda deceduta dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale, perché non portava il velo in modo corretto. Da quel momento le manifestazioni anti-governative non si sono fermate. E ancora continuano. Ad esempio, in un video pubblicato su Instagram dalla Bbc Persian, sono state sentite donne che gridavano “morte al dittatore”, una chiara critica alla Guida Suprema, Ali Khamenei.

Nel frattempo, due dei manifestanti arrestati nel corso delle dimostrazioni di questi mesi a Isfahan, Saleh Mirhashmi e Saeed Yaghoubi, sarebbero stati trasferiti in regime di isolamento. A tal proposito, gli attivisti della rete 1500 Tasvir hanno espresso il timore che la condanna a morte per loro emessa possa essere eseguita in tempi brevi, anche se – al momento – non è stata ancora confermata dalla Corte Suprema. Va ricordato, per la cronaca, che da quando sono divampate le dimostrazioni, quattro manifestanti sono stati impiccati. Molti altri, inoltre, sono stati condannati alla pena capitale. Osservando i dati snocciolati dall’agenzia degli attivisti per i diritti umani, Hrana, 524 persone sarebbero decedute durante le manifestazioni. Oltre 19mila manifestanti, invece, risulterebbero arrestati.

Nel frattempo, alcune ragazze sono state arrestate nella città meridionale iraniana di Bushehr. I media locali hanno fatto sapere che avrebbero avuto una discussione e avrebbero opposto resistenza alle denunce di una donna, che criticava il loro “hijab improprio”. Jahanbakhsh Seyyadi, comandante della polizia della città meridionale, ha sottolineato: “Dopo che un video dell’accaduto è stato pubblicato sui social media, le ragazze sono state identificate e arrestate per “mancanza di rispetto” alla donna che stava adempiendo al suo dovere islamico di “prevenire il male e incoraggiare il bene” nella società”. Già un’altra donna, la giornalista e scrittrice Sepideh Rashnu, era stata arrestata a Teheran nel mese di luglio e condannata a cinque anni di carcere con sospensione della pena. Il motivo? Avrebbe avuto un litigio simile, su un autobus pubblico a Teheran, con un’altra donna e sempre per l’hijab.

Infine, da segnalare diverse centinaia di manifestanti che si sono radunati davanti all’edificio del Parlamento europeo, a Strasburgo, per mostrare la propria solidarietà alle manifestazioni in atto in Iran. La richiesta rivolta alle istituzioni europee è stata quella relativa a misure più dure nei confronti del regime di Teheran. Presenti cartelli che chiedono all’Eurocamera di supportare l’emendamento, che sarà discusso nel dibattito con l’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, per l’inserimento del corpo iraniano delle Guardie della rivoluzione nell’elenco europeo delle associazioni terroristiche.

Aggiornato il 16 gennaio 2023 alle ore 14:21