L’ira di Trump

Donald Trump non ci sta. Il tycoon, infatti, punta il dito contro i legislatori della Camera che, a suo dire, avrebbero raccolto false accuse contro di lui per impedirgli di ricandidarsi alla Casa Bianca. Una polemica, questa, che si inquadra sulla scorta delle ultime notizie emerse. Ossia, con il voto della commissione della Camera per l’assalto al Congresso degli Usa, attraverso il quale raccomanda al dipartimento di Giustizia di incriminare The Donald per incitamento all’insurrezione in merito ai fatti relativi al 6 gennaio 2021.

Inevitabile la replica dell’ex presidente degli Stati Uniti, che sulla piattaforma Truth Social dichiara: “Le false accuse formulate dal Comitato sono già state presentate, perseguite e processate sotto forma di Impeachment Hoax #2. Ho vinto in modo convincente”.

Trump, inoltre, incalza: “Non capiscono che, quando mi perseguono, le persone che amano la libertà si stringono intorno a me. Questo mi rafforza. Ciò che non mi uccide mi rende più forte. Gli americani – continua – sanno che ho spinto per avere 20mila uomini per prevenire la violenza il 6 gennaio, e che sono andato in televisione a dire a tutti di andare a casa”.

Con l’aggiunta: “La gente capisce che il Democratic bureau of investigation, il Dbi, vuole impedire la mia candidatura alla presidenza, perché sa che vincerò. Tutta questa storia di perseguitarmi è proprio come l’impeachment: un tentativo di parte di mettere in disparte me e il Partito Repubblicano”.

Insomma, non c’è pace per Donald Trump, il quale deve guardarsi le spalle anche tra le “mura amiche”. Infatti, in un recente sondaggio tra gli elettori conservatori, i Repubblicani strizzano l’occhio a Ron Desantis, attuale governatore della Florida, che stacca di ventitré punti l’ex inquilino della White House (53 per cento di gradimento per il primo, 23 per cento per il secondo).

Aggiornato il 20 dicembre 2022 alle ore 13:50