Incontro Erdogan-Putin, sullo sfondo i bombardamenti in Ucraina

“Il nostro obiettivo è che il bagno di sangue finisca il prima possibile”. È stato questo il pensiero del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, come riportato dall’agenzia Anadolu, in merito al conflitto tra Mosca e Kiev, nel corso del vertice della Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia in Kazakhstan. Erdogan, peraltro, ha avuto poi un incontro ad Astana, capitale kazaka, con il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Nel faccia a faccia, come indicato dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov – e come rilanciato dall’agenzia di stampa, Ria Novosti – la questione di una possibile risoluzione al conflitto in Ucraina non è stata discussa dai presidenti di Russia e Turchia.

Sullo sfondo, però, il conflitto bellico è andato avanti. Nella notte, sono stati registrati bombardamenti a Mykolaiv, nella zona meridionale dell’Ucraina: distrutto un edificio di cinque piani. Un bambino di 11 anni, dopo sei ore, è stato tratto in salvo dalle macerie. I soccorritori – ha raccontato Vitaliy Kim – stanno cercando altre persone. In mattinata, si è verificato un attacco con i droni nella regione di Kiev. Lo ha fatto sapere, in un tweet, Oleksiy Kuleba, governatore locale, come segnalato dal Kyiv Independent. Secondo quanto appreso, è stata colpito la municipalità di Makariv, nella parte ovest della capitale. Lo ha reso noto su Telegram il capo della polizia nazionale della regione, Andrii Niebytov, come precisato dalla Ukrainska Pravda. Allo stesso tempo, l’Amministrazione militare regionale di Kiev ha dichiarato che nel pomeriggio “sono previsti lavori per eliminare oggetti esplosivi vicino a diversi insediamenti della comunità di Ivankovsky, nel distretto di Vyshgorodsky”. Vladimir Saldo, governatore ad interim della regione di Kherson (Sud dell’Ucraina), ha richiesto alle autorità russe di organizzare l’evacuazione dei residenti verso zone più sicure, visti gli attacchi missilistici ucraini. Lo ha detto l’agenzia Tass. Questo l’appello di Saldo su Telegram: “Le città della regione, Kherson e Novaya Kakhovka, Golaya Prystan e Chernobayevka sono sottoposte quotidianamente ad attacchi missilistici che causano gravi danni prima di tutto ai residenti”.

Come detto, è stata la volta del colloquio (durato un’ora e mezzo) tra Erdogan e Putin. Quest’ultimo, secondo quanto specificato dall’agenzia Interfax, ha detto: “A seguito delle consultazioni con il vostro ministro dell’Energia e col capo della società Botas alla Settimana dell’Energia di ieri, abbiamo concordato con Gazprom, cosa che ho detto pubblicamente, che se la Turchia e i nostri possibili acquirenti in altri Paesi sono interessati, potremmo considerare la possibile costruzione di un altro sistema di gasdotti e la creazione di un hub del gas in Turchia per la vendita ad altri Paesi, a Paesi terzi, in primo luogo a quelli europei, ovviamente se sono interessati”. Il presidente russo ha aggiunto: “Questo hub, che potremmo allestire insieme, servirebbe sicuramente non solo come base per le forniture, ma anche per regolare i prezzi, perché la questione della determinazione dei prezzi è molto importante. Questi prezzi sono alle stelle ora e potremmo regolarli con sicurezza a un livello di mercato normale senza alcuna politicizzazione”.

È stata poi la volta di Erdogan, che ha ammesso: “Mi auguro che grano e fertilizzanti russi saranno esportati attraverso Istanbul”. Il presidente turco, in più, ha rimarcato che il prossimo anno entrerà in funzione la prima unità della centrale nucleare costruita con la Russia: si trova ad Akkuyu, località della costa meridionale turca, di fronte all’isola di Cipro. Così Erdogan: “L’apertura della prima unità della centrale nucleare di Akkuyu, nel 2023, porterà una nuova dimensione al mondo”. A seguire, ha considerato in maniera positiva l’idea di Putin circa un hub del gas in Turchia: lo ha fatto sapere il portavoce del Cremlino, Peskov.

In questo quadro, Volodymr Zelensky, presidente ucraino, intervenuto in video-conferenza all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, ha notato: “Quando saremo in grado di essere di nuovo in pace? L’Ucraina si sveglia ogni mattina, domandandosi quali saranno prossimi bersagli? E non parlo solo di questi ultimi giorni, parlo degli ultimi oltre 200 giorni dall’invasione e prima di quello della guerra in Donbass. Quando smetteremo di chiedercelo, quando tornerà la pace?”.

Aggiornato il 13 ottobre 2022 alle ore 15:26