Oltre al danno, la beffa: Mahsa Amini morta per “malattia”

Oltre al danno, la beffa. Mahsa Amini è deceduta per una malattia e non per le percosse subite. È quanto evidenziato dal rapporto medico a seguito dell’autopsia effettuata a Teheran sul corpo della 22enne iraniana, arrestata perché non indossava in maniera corretta il velo. In base a quanto indicato dall’Organizzazione dei medici legali iraniani, Mahsa Amini non sarebbe deceduta per i colpi alla testa e agli organi vitali. La morte, hanno detto, sarebbe legata a “un intervento chirurgico per un tumore al cervello subito all’età di 8 anni”.

Non solo: la magistratura iraniana avrebbe negato quanto emerso sulla morte della 16enne Sarina Ismail Zadeh. Amnesty International e altre organizzazioni avrebbero accusato la polizia di averle provocato il decesso con “colpi di manganello alla testa”. Invece, secondo quanto ammesso dal procuratore di Alborz, Hossein Fazli Harikandi, citato dalla Mizan online, la giovane si sarebbe “suicidata”. Per il magistrato, la minore si sarebbe lanciata dalla finestra di un edificio non lontano dalla casa della nonna, nel quartiere Azimieh, poco prima della mezzanotte del 24 settembre. La giustizia della Repubblica islamica due giorni fa, per la cronaca, ha negato pure qualsiasi legame fra la morte di un’altra adolescente, Nika Shakarami, e le proteste.

Intanto, per l’Ong Iran Human Rights almeno 92 persone sarebbero state uccise nel corso della repressione delle proteste in Iran scaturite dopo la morte di Mahsa Amini. Venerdì 41 persone sarebbero state uccise dalle forze di sicurezza iraniane a Zahedan. L’Ong, peraltro, ha accusato le forze di sicurezza dell’Iran di aver “represso in modo sanguinario” una protesta divampata venerdì dopo le preghiere a Zahedan, nella provincia sud-orientale del Sistan-Baluchistan.

In ultimo, domani – dalle 17 – si terrà la seconda manifestazione del Partito Radicale davanti l’Ambasciata dell’Iran, per sostenere il popolo iraniano e le donne contro il regime degli ayatollah. “Le autorità iraniane in queste ore – è riportato in una nota – sono sempre più spietate nel tentativo di reprimere la rivoluzione popolare contro il regime teocratico e misogino. Il regime dimostra tutto il suo terrore davanti alla sollevazione in corso nelle ultime settimane e si serra nella difesa feroce delle leggi islamiche. Migliaia gli arresti e centinaia i morti. Ora – hanno specificato – si avverte l’urgenza di sentire le voci ferme di condanna da parte di tutti i governi occidentali, che accompagnino un’auspicata mobilitazione mondiale da parte della società civile. Per queste ragioni il segretario e il tesoriere del Partito Radicale Maurizio Turco e Irene Testa convocano, a distanza di una settimana, una seconda manifestazione per la liberazione del popolo iraniano”.

Aggiornato il 07 ottobre 2022 alle ore 17:56