Crisi del grano: l’accordo

Ci sono morti e feriti a seguito dei bombardamenti russi avvenuti nella regione del Donetsk. Questo quanto detto dalle autorità locali ucraine che sono state citate da Ukrinform.

“Il 21 luglio i russi hanno ucciso cinque civili nella regione di Donetsk, tre a Siversk, uno a Pavlivka, e uno a Marinka. Altre dieci persone sono state ferite” ha scritto, su Telegram, Pavlo Kyrylenko, capo dell’Amministrazione militare regionale in Donetsk.

LA QUESTIONE DEL GRANO

L’Ucraina avrebbe trovato l’intesa per firmare la sua parte circa l’accordo sul grano con Turchia e l’Onu: così ha riportato il media ucraino Strana.ua, ripreso anche dalla Tass. Il quotidiano, nel dettaglio, ha detto: “Ucraina, Turchia e Onu hanno firmato l’accordo sull’export di grano. Il documento è stato firmato dal ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov, dal ministro della Difesa turco, Hulusi Akar e dal segretario generale dell’Onu, António Guterres”. Il prezzo del frumento, nel giorno dell’accordo, è tornato ai livelli precedenti all’attacco russo in Ucraina. Sbloccate le esportazioni attraverso i porti sul Mar Nero. L’accordo sul grano ucraino è relativo alla creazione di corridoi sicuri da Odessa e altri due porti sotto controllo di Kiev. L’intesa, peraltro, non prevederebbe scorte militari per le navi che trasporteranno il grano. L’accordo sui corridoi per i cereali, inoltre, darà un sostegno nella consegna di almeno 25 milioni di tonnellate di grano ai mercati globali: questo quanto dichiarato alla Tass da una fonte a Istanbul.

IL COMMENTO

Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, ha commentato: “Finalmente dopo tanti tentativi andati a vuoto, questo accordo rappresenta un segnale positivo. Come conseguenza alla notizia della firma, questa mattina i fondi ne hanno preso atto, riducendo i quantitativi che avevano nel loro portafoglio e causando una perdita del 5 per cento del valore in pochi minuti. Ora bisogna attendere le ricadute che avremo sui prezzi delle transazioni nelle borse merci tra gli operatori del settore. Uno scenario su cui sapremo di più solo nei prossimi giorni. Questo accordo – ha insistito – era comunque quello di cui avevamo bisogno non solo da un punto di vista economico per il nostro Paese, che è costretto a importare il 50 per cento dei cereali di cui necessita, ma soprattutto per la sicurezza alimentare di Paesi come quelli nordafricani e del bacino del Mediterraneo. Adesso aspettiamo di conoscere i particolari dell’accordo – ha terminato – bisognerà sapere al più presto la quantità e i tipi di cereali, ma anche dove e se verranno consegnati sul mercato in tempi ragionevoli”.

Aggiornato il 22 luglio 2022 alle ore 15:47