Grano, sblocco delle navi e caos a Severodonetsk

La resistenza ucraina nel Donbass è ancora presente. E Severodonetsk non è stata ancora del tutto accerchiata. Intanto, la Russia ha fatto sapere di aver distrutto una postazione ucraina, ovvero dove “i nazionalisti avevano posizionato artiglieria inviata dall’Italia”. Fatto, questo, che è stato smentito da fonti della Difesa.

Gli aiuti

Jan Egeland, segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati, ha ammesso: “Sono inorridito nel vedere Severodonetsk, la fiorente città dove avevamo il nostro quartier generale operativo, diventare l’epicentro di un altro capitolo della brutale guerra in Ucraina. Temiamo che fino a 12mila civili rimangano intrappolati nel fuoco incrociato della città, senza sufficiente accesso ad acqua, cibo, medicine o elettricità”. Tra le altre cose, a seguito del bombardamento di un veicolo di evacuazione nei pressi di Lysychansk, dove un giornalista francese è rimasto ucciso e diverse persone sono rimaste ferite, l’evacuazione dal Lugansk è stata al momento bloccata.

La situazione a Mariupol

Petro Andryushchenko, sindaco di Mariupol, citato da Ukrainska Pravda, ha fatto sapere: “Per avere i documenti, i residenti di Mariupol devono prima ottenere un certificato di registrazione a Donetsk, quindi presentare i documenti per un passaporto a Novoazovsk al cosiddetto servizio di migrazione. Dato lo stato della comunicazione con Donetsk, questo è problematico. Ma possiamo affermare che l’annessione di Mariupol da parte della Russia è passata alla fase successiva di attuazione”.

Per la cronaca, alcune navi del porto di Mariupol faranno parte della flotta commerciale dell’autoproclamata (filorussa) Repubblica popolare di Donetsk (Dpr). Così Denis Pushilin, capo della Dpr: “Alcune delle navi, che si trovavano nel porto quando è iniziata l’operazione speciale, saranno trasferite nella giurisdizione della Dpr. Le decisioni sono già state prese. Queste navi saranno rinominate. In questo modo, la Repubblica popolare del Donetsk sarà in grado di formare una propria flotta commerciale”.

Ue: accordo sull’embargo

Accordo raggiunto dall’Unione europea sull’embargo al petrolio russo. Quindi subito stop al greggio che giunge dalla Russia all’Ue via mare. Di contro, è stato rimandato l’embargo del gas trasportato dagli oleodotti.

Il grano

Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha segnalato che per sbloccare le navi con i carichi di grano nei porti ucraini è fondamentale che “il Governo di Kiev smini le sue acque territoriali”. Più precisamente: “Se Kiev risolve il problema dello sminamento dei porti, la Marina russa garantirà il passaggio senza ostacoli delle navi con grano nel Mediterraneo quando saranno in mare aperto”.

Così parlò Erdogan

Intanto è tornato a parlare Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco ha notato che l’eventuale entrata nella Nato di Svezia e Finlandia potrebbe rappresentare un rischio per la sicurezza dell’Alleanza atlantica. Così Erdogan: “La Turchia sostiene che l’ingresso di Svezia e Finlandia comporta rischi per la sua stessa sicurezza e per il futuro dell’organizzazione – ha evidenziato in un articolo pubblicato dal settimanale The Economist – a meno che non prendano le misure necessarie, la Turchia non cambierà la sua posizione su questo problema”. Non solo: “La Turchia vuole che questi Paesi sostengano le operazioni anti terrorismo dei membri della Nato”.

La conferenza di Mario Draghi

Il presidente del Consiglio, Mario, Draghi, in conferenza stampa ha fatto sapere: “È stato un Consiglio europeo un po’ lungo ma dei cui risultati possiamo essere soddisfatti. L’accordo sulle sanzioni è stato un successo completo. Immaginarlo qualche giorno fa non sarebbe stato credibile. L’Italia non esce penalizzata dall’intesa, anche per noi l’obbligo di non importare petrolio russo scatterà alla fine dell’anno. E quindi saremo come tutti gli altri”. E ancora: “L’azione dell’Ue sull’energia si svilupperà su molti fronti. Sul funzionamento del mercato dell’energia e sui prezzi alti siamo stati accontentati. La Commissione ha ricevuto ufficialmente mandato per studiare la fattibilità del price cap”.

Aggiornato il 01 giugno 2022 alle ore 15:53