La guerra e l’embargo del gas russo

Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla risoluzione che ha richiesto più sanzioni contro la Russia: nel novero è compreso anche l’import di energia. Nel corso della votazione è stato dato l’ok a un emendamento presentato dal Partito Popolare europeo (Ppe), Socialist & Democrats (S&D), Renew, Greens e il Partito dei Conservatori e Riformisti europei (Ecr) che ha richiesto “un totale e immediato embargo su gas, petrolio e carboni russi” oltre all’abbandono “dell’utilizzo dei gasdotti Nord Stream 1 e 2”.

I combattimenti

Il conflitto russo-ucraino nel frattempo sta andando avanti. Le autorità hanno invitato gli abitanti ad abbandonare le rispettive abitazioni, prima di un peggioramento della situazione. Nella zona Est del Paese, come riassunto dall’Institute for the Study of War, i russi “hanno continuato a ri-dispiegare le forze sull’asse Izyum-Slovyansk e nell’Ucraina orientale nelle ultime 24 ore ma non hanno ottenuto alcun progresso importante. Hanno completato il loro ritiro dalla regione di Sumy mentre le truppe già ritiratesi dal Nord-Est dell’Ucraina hanno continuato a ri-dispiegarsi a Belgorod, in Russia, per un ulteriore dispiegamento nel Donbass. L’esercito ucraino ha riferito che la Russia prevede di schierare elementi dall’asse di Kyiv a Izyum, ma queste unità probabilmente non riacquisteranno l'efficacia di combattimento per qualche tempo”. L’intelligence britannica ha aggiunto: “Nonostante il ri-orientamento delle forze e delle capacità logistiche per sostenere le operazioni nel Donbass, è probabile che le forze russe continuino ad affrontare problemi di morale e carenze di forniture e personale. Gli attacchi russi contro obiettivi infrastrutturali all'interno dell’Ucraina sono probabilmente destinati a degradare la capacità dell’esercito ucraino di rifornirsi e aumentare la pressione sul Governo ucraino”. Intanto è stato confermato dal Pentagono il ritiro dei russi da Chernihiv e da Kiev. In più è stata lasciata anche la regione di Sumy. Sul lato meridionale, gli ucraini hanno risposto agli attacchi su Kherson e Mykolaiv.

La scia dei cadaveri

Il sindaco di Irpin, Alexander Markushin, ha dichiarato: “Dopo la liberazione di Irpin abbiamo dovuto raccogliere i resti con le pale. Gli occupanti hanno iniziato a dividere le famiglie, portare via uomini e lasciare bambini e donne. Gli uomini sono stati portati via in cambio di prigionieri”. Non solo: “Oltre a uccidere e molestare le donne, gli invasori russi hanno saccheggiato spietatamente le case di Irpin, hanno preso di tutto, dalle lavatrici alla biancheria intima”. Anatoly Fedoruk, sindaco di Bucha (la città tristemente nota per il massacro testimoniato nei giorni scorsi e dove, al momento, oltre a vigere il coprifuoco risultano assenti gas, elettricità e acqua), dal canto suo ha rivelato: “Fino a ieri sera erano 320 i civili trovati uccisi. Gli specialisti stanno ora lavorando sui corpi: specialisti forensi, agenti delle forze dell’ordine, ma il numero di corpi scoperti cresce ogni giorno. Si trovano in tenute private, parchi, piazze, dove era possibile, quando non c’erano bombardamenti, seppellire i corpi. La gente cercava di seppellire i morti in modo che i cani non li portassero via. Quasi nel 90 per cento dei casi sono ferite da proiettili, non schegge”. I cadaveri, ha proseguito Fedoruk, sono stati trovati in tre luoghi: “Il territorio dell'impresa Ukragrosnab, dove gli invasori russi hanno scaricato i corpi delle persone con le mani legate, come legna da ardere. Poi le strade di Vokzalnaya, Yablunskaya e il campo per bambini Promenisty”. Non solo: “Centododici case private sono state rase al suolo e non possono essere restaurate. Altre, un centinaio, furono danneggiate. Inoltre, diciotto condomini sono stati gravemente danneggiati e bruciati a causa dei bombardamenti”.

Lo stallo diplomatico

Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, citato dall’agenzia Tass, ha parlato di una incapacità da parte di Kiev di fare accordi. Cosa che, a suo dire, farebbe sottintendere un piano per tirare le cose per le lunghe, mettendo così un ostacolo al dialogo con la Russia. Lavrov ha così raccontato: “L’Ucraina ha presentato la propria bozza di accordo con la Russia al gruppo dei negoziatori, che ovviamente si discosta rispetto alle disposizioni chiave registrate nell’incontro di Istanbul del 29 marzo. Per di più sono stati registrati in un documento firmato dal capo delegazione ucraina Arakhamia”.

“Scontro” Russia-Italia

Infine, da segnalare l’intervento di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, che ha appellato come “indecente” la posizione dell’Italia sulle sanzioni alla Russia. Nel corso di un talk-show – Solovyov live – Zakharova ha spiegato: “In questo momento molto difficile ha probabilmente scordato chi ha teso a suo tempo una mano. E ora, con tutta la sua leadership, è in prima linea in un attacco al nostro Paese”. E ancora: “La dirigenza italiana ha preso questa posizione, una posizione semplicemente indecente”. Mario Draghi, presidente del Consiglio, al termine dell’incontro con il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, ha replicato: “Di indecente ci sono solo i massacri che vediamo tutti i giorni”.

Aggiornato il 07 aprile 2022 alle ore 16:24