Ucraina: Mariupol sotto attacco, bombe su Kiev

“Non c’è un cessate il fuoco a Mariupol, la città è ancora sotto attacco. Il cessate il fuoco riguarda i corridoi umanitari, il segmento che va da Berdyansk a Zaporizhzhia”. Queste le parole di Iryna Vereshchuk, vicepresidente ucraina che ha la delega alla Reintegrazione dei territori occupati. E ha aggiunto: “Non abbiamo un mediatore, non ci sono organi terzi che possono verificare l’eventuale violazione del cessate il fuoco”. Inoltre, le truppe russe – secondo quanto appreso – hanno proseguito a bombardare sia Chernihiv che Kiev nonostante l’annuncio da parte di Mosca di una diminuzione di attacchi su queste due città. La Russia, da par sua, ha specificato che l’obiettivo, ora, è la “completa liberazione del Donbass”. A corredo, il Pentagono ha annunciato che persistono gli attacchi contro la capitale e che un ristretto numero di forze russe sta cominciando a riposizionarsi. Questo quanto riportato nell’ultimo aggiornamento: “Le forze russe continuano a mantenere posizioni a est e a ovest di Kiev, nonostante il ritiro di un numero limitato di unità ed è probabile che vi siano aspri combattimenti nei sobborghi della città nei prossimi giorni”. Tra le altre cose, la Defence Intelligence ha sottolineato che nonostante gli annunci di Mosca “di una riduzione dell’attività delle sue truppe intorno a Chernihiv, sono proseguiti pesanti bombardamenti e attacchi missilistici russi” e che “pesanti combattimenti continuano a Mariupol, obiettivo chiave dell’esercito russo, anche se le forze ucraine mantengono il controllo del centro della città”. A margine, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto: “La Russia sta ammassando le truppe per nuovi attacchi nel Donbass e ci prepariamo per questo”.

Il conflitto russo-ucraino

Nella zona nord del Paese sono andati avanti i bombardamenti che hanno interessato Kiev e Chernihiv. A est, invece, il Donbass è il punto ritenuto l’obiettivo principale dei russi, almeno stando alle dichiarazioni di Mosca. Intanto gli ucraini sono riusciti a riprendere il controllo di un’autostrada, ritenuta strategica, che funge da collegamento tra Kharkiv a Cuhuiv. Nella parte meridionale, ancora bombe su Mariupol mentre ieri un missile ha raggiunto la sede dell’Amministrazione regionale di Mykolaiv, città questa vicina a Odessa. Il versante ovest dell’Ucraina, inclusa Leopoli, al momento è lontano dall’offensiva di terra mentre dal termine della scorsa settimana è bersaglio di attacchi aerei.

Il corridoio umanitario e la situazione a Chernobyl

Iryna Vereshcuk, su Telegram, ha confessato: “Questa sera abbiamo ricevuto un messaggio dal Comitato internazionale della Croce Rossa sulla conferma da parte della Russia di essere pronta ad aprire un corridoio umanitario da Mariupol con transito per Berdyansk”. Da qui l’annuncio su l’invio da parte di Kiev di 45 autobus in direzione di Mariupol, con la precisazione: “Per oggi sono stati inoltre concordati i seguenti corridoi: ️per la consegna degli aiuti umanitari e l’evacuazione delle persone dalla città di Melitopol; ️per un convoglio di persone con mezzi propri dalla città di Energodar a Zaporizhzhia”. Nel dettaglio, i primi autobus verso Mariupol per l’evacuazione dei civili sono partiti: 17 bus si sono mossi per Mariupol da Zaporizhzhia (circa 220 chilometri a nord-ovest). Altri 28 mezzi sono in attesa dell’ok a passare al check-point russo di Vasylivka, vicino a Zaporizhzhia. Così Vereshcuk: “Faremo tutto il possibile per assicurare che i bus arrivino a Mariupol oggi e carichino le persone che non hanno ancora lasciato la città”. Tra l’altro Iryna Vereshchuk ha ribadito: “La situazione a Chernobyl è catastrofica, i russi non hanno il controllo della situazione. Si rischiano effetti ad ampio raggio. L’area della centrale deve essere de-militarizzata. Ho scritto di mio pugno una lettera al segretario generale dell’Onu, António Guterres, per chiederlo”.

Le parole di Mario Draghi

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della conferenza nella sede della stampa estera, ha notato: “Se Vladimir Putin ha cambiato atteggiamento da quando è iniziata la guerra? La risposta è complessa. Credo di aver notato un cambiamento, ma sono cauto nell’interpretazione” di questi “segni, perché la situazione è in evoluzione. Credo di aver notato un cambiamento nei toni, ma non potrei dire se sia vero, in una telefonata di 40 minuti è difficile capire”. A seguire, ha garantito che non sono in pericolo le forniture di gas in Europa e nel nostro Paese. E poi Draghi ha garantito che, per rendersi indipendente dal gas russo, “il piano sta andando bene”. Non solo: “Il Governo si è mosso subito su vari piani, sulla diversificazione in due sensi: per i fornitori, cercandone diversi, e verso le rinnovabili. Bisognerà aumentare la velocità degli investimenti in questo settore. Abbiamo già approvato misure per semplificare il processo autorizzativo”. Da qui la nota: “L’Italia sostiene la necessità di un tetto al prezzo del gas”. In ultimo, Draghi ha detto la sua sulla difesa comune: “Bisogna fare un coordinamento, altrimenti è meglio non parlarne più”. E ancora: “Parliamo di difesa europea non solo per gli eventi attuali. La costruzione di una difesa europea è il passo più importante per una politica comune europea. Tutti noi saremmo alleati per sempre, per un Continente come l’Europa sarebbe un grande obiettivo. Bisogna andare su questa strada, l’Italia è sempre stata convinta”.

Aggiornato il 31 marzo 2022 alle ore 17:10