Zelensky: “Dobbiamo prendere atto che non entreremo mai nella Nato”

Volodymyr Zelensky, premier ucraino, nel suo discorso online alla Joint Expeditionary Force di Londra, citato dall’agenzia Unian, ha detto: “L’Ucraina si rende conto che non è nella Nato. Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci, e dobbiamo riconoscerlo”. Lo stesso Zelensky ha precisato che le armi che gli alleati occidentali forniscono all’Ucraina “in una settimana ci durano per 20 ore”: per questo risultano costretti a “riutilizzare gli equipaggiamenti sottratti ai russi”. E ancora: “Aiutandoci, aiuterete voi stessi… sapete di quali armamenti abbiamo bisogno, lo sanno tutti”.

Il bollettino di guerra

La Media Human Rights Initiative (Mhri) ucraina su Facebook ha notato: “Le truppe russe hanno preso in ostaggio il personale e i pazienti di un ospedale di Mariupol”. La stessa organizzazione ha evidenziato che, dopo aver ricevuto contatti dai pazienti, la struttura ospedaliera regionale di terapia intensiva di Mariupol è stata occupata dai russi. Secondo quanto riferito, i soldati impedirebbero di uscire. Ancora a Mariupol risulterebbero intrappolate almeno 350mila persone, mentre 2mila auto sarebbero riuscite a lasciare la cittadina attraverso un corridoio umanitario”.

L’assedio dei russi

Va avanti, così, l’assedio dei russi mentre Kiev, dalle informazioni raccolte, è orientata a indire un coprifuoco di 36 ore. Decisione, questa, preso dopo che in un raid due persone sono decedute in un attacco a un edificio residenziale di 15 piani, situato nel quartiere di Sviatochine, nella zona ovest della città. Per la cronaca, è salito a diciannove il bilancio delle vittime dell’attacco dei russi a una torre della televisione a Rivne. Quattro i morti durante i bombardamenti a Rubezhnoe, nella regione di Lugansk: colpiti un collegio per non vedenti, tre scuole, strutture militari e un ospedale. Esplosioni pure a Kharkiv e presso l’aeroporto di Dnipro. Intanto, i media ucraini hanno annunciato che sono ripresi i negoziati, in videoconferenza, con i russi.

Il pacchetto di sanzioni Ue

Il Consiglio dell’Unione europea, nel frattempo, ha adottato il quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia. In pratica, sono vietate le transazioni con alcune imprese statali, stop all’export di beni di lusso, restrizioni all’esportazione di beni e tecnologie per l’industria energetica, della difesa e la sicurezza. Josep Borrell, l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, ha specificato: “Mentre la guerra del presidente Putin contro il popolo ucraino continua, così la nostra determinazione a sostenere l’Ucraina e paralizzare il finanziamento delle macchine da guerra del Cremlino. Questo quarto pacchetto di sanzioni è un altro duro colpo per la base economica e logistica su cui la Russia si basa per portare avanti l’invasione dell’Ucraina. Lo scopo delle sanzioni è che il presidente Putin fermi questa guerra disumana e insensata”. Da segnalare, inoltre, la conferma dell’ipotesi di azioni per sospendere la Russia come nazione favorita nel Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio. Il bando all’importazione di acciaio, ha illustrato la Commissione, vale 3,3 miliardi di ricavi persi per la Russia.

La situazione delle Borse

Restano in rosso a fine mattinata le Borse europee, “su cui si accumulano i fattori di tensione: oltre alla guerra in Ucraina, l’attesa per il rialzo dei tassi da parte della Fed nella riunione di domani e l’aumento dei contagi da Covid-19 sia in Cina, dove sono scattati nuovi lockdown, che in Europa, dove in diversi Paesi la curva ha ripreso a salire sotto la spinta dalle nuove varianti Omicron”. Questo quanto indicato dall’Ansa, che ha aggiunto: “I listini hanno però ridotto le perdite, che nel corso della mattinata avevano superato abbondantemente il 2 per cento: Parigi cede l’1,6 per cento, Francoforte l’1,5 per cento, Londra lo 0,9 per cento mentre Milano perde lo 0,7 per cento, con Terna (+1,7 per cento), Generali (+1,4 per cento) e Atlantia (+1,3 per cento) che aiutano il Ftse Mib a contenere l’impatto di Tenaris (-4,4 per cento), Moncler (-3,6 per cento) ed Eni (-2,4 per cento), penalizzata dal calo del petrolio. Ad aiutare i listini anche la virata in positivo dei future su Wall Street, in rialzo di un paio di decimi di punto percentuale. Sui mercati internazionali il greggio sconta i timori su un calo della domanda dalla Cina, con il wti sceso a 96,6 dollari al barile (-6,2 per cento) e il brent che si attesta appena sopra quota 100 dollari. In rialzo invece il gas naturale sul mercato di Amsterdam (+6,8 per cento a 122,3 euro). Poco mosso spread e rendimento dei Btp, rispettivamente a 160 e all’1,95 per cento”.

La posizione della Cina

Il ministero degli Esteri cinese, Wang Yi, ha affermato: “La Cina non è parte della crisi, tanto meno vuole essere colpita dalle sanzioni”: così, in sintesi, il resoconto della telefonata intercorsa con José Manuel Albares, omologo spagnolo. La Cina, ha continuato, “si è sempre opposta all’uso delle sanzioni per risolvere i problemi, per non parlare delle sanzioni unilaterali che non hanno fondamento nel diritto internazionale, che danneggeranno il sostentamento delle persone in tutti i Paesi”.

Aggiornato il 15 marzo 2022 alle ore 16:46