“Qui non avrete pace, non avrete da mangiare, non avrete un momento di calma”. Così Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, che ha parlato pure di una “resistenza tanto feroce” che “ricorderanno per sempre, non rinunceremo a ciò che è nostro”. Il premier ha snocciolato anche dei numeri: ha ricordato che le vittime russe sono quasi 9mila, ieri la Difesa ucraina ne registrava 5840 di morti. Inoltre Zelensky, soffermandosi sui soldati russi, ha notato: “Dicono solo una cosa: non sanno perché sono qui”.
Gli scontri
La guerra è all’ottavo giorno. Esplosioni sono state sentite a Kiev ma non solo. Media locali hanno indicato scontri nella periferia della capitale ucraina. Secondo il sito ucraino Kyiv Independent sei adulti e due bambini sarebbero rimasti uccisi in un palazzo residenziale a causa di un attacco alla città di Izyum (distretto di Kharkiv). Colpito anche un deposito petrolifero a Chernikiv, nell’Ucraina del nord. Dal settore ucraino, tra le altre cose, è stata confermata la presenza dell’esercito russo a Kherson. A tal proposito il sindaco, Igor Kolykhaiev, ha scritto su Facebook di aver avuto un colloquio “ospiti armati”. E poi ha proseguito: “Non avevamo armi e non eravamo aggressivi. Abbiamo dimostrato che stiamo lavorando per mettere in sicurezza la città e cercando di affrontare le conseguenze dell’invasione”. Il primo cittadino avrebbe concordato con gli occupanti delle misure: coprifuoco dalle 20 alle 6, circolazione delle vetture solo durante il giorno, ingresso nelle città permesso per rifornimenti di alimentari e medicine. Mentre la città di Mariupol, secondo quanto indicato dalle forze armate ucraine, è ancora sotto il loro controllo. Si tratta di un punto di snodo fondamentale, perché rappresenterebbe il collegamento per le truppe russe che marciano da sud e da est: “Stanno mettendo a rischio le scorte di cibo, mettendoci in trappola, come nella vecchia Leningrado”. Da evidenziare che, in base a quanti indicato dalle forze ucraine, l’attacco dei russi sta procedendo a Vyshgorod (nord di Kiev), a Fastiv (sud-ovest) e Obukhiv (sud). Allo stesso tempo, il ministro delle Difesa britannico è dell’avviso che la marcia dei russi verso Kiev sta andando a rilento per la “ferma resistenza ucraina, i guasti meccanici e la congestione” del numero di veicoli coinvolti su una strada poco agibile. Per questo, il serpentone russo è rimasto “a più di 30 chilometri dal centro della città”.
I negoziati
Oggi, salvo sorprese, è il giorno del secondo round dei negoziati tra Russia e Ucraina, che si dovrebbe tenere a Brest, in Bielorussia. Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha spiegato: “Sono sicuro che si troverà la soluzione alla crisi intorno all’Ucraina, le condizioni della Russia sono minime. Mosca non può consentire minacce di attacco diretto alla Russia provenienti dall’Ucraina”.
Indagini su presunti crimini di guerra
La Corte penale internazionale, intanto, avrebbe aperto un’indagine sulla situazione in Ucraina su presunti crimini di guerra. Il procuratore capo, il britannico Karim Khan, ha affermato: “Ho appena notificato alla presidenza della Cpi la mia decisione di aprire immediatamente un’indagine sulla situazione. Il nostro lavoro di raccolta delle prove è iniziato”.
La “minaccia nucleare”
“Il vero pericolo oggi è la minaccia nucleare, una possibilità che è diventata reale dopo le parole di Putin. Io temo che qualcuno al Cremlino sarà tentato prima o poi di premere il bottone rosso”. Lo ha detto giornalista russo, caporedattore della Novaya Gazeta, Premio Nobel per la pace, Dmitry Muratov, durante la sua audizione alla commissione giuridica del Parlamento europeo. Che ha ricordato: “Ho visitato Mikhail Gorbacev in ospedale, ha compiuto da poco 91 anni e non sta bene, ma mi ha confermato che bisogna fare quanto possibile per fermare la minaccia di una guerra nucleare”.
Aggiornato il 04 marzo 2022 alle ore 09:21