Il comandamento cinese: non pensare

Alzare il ditino per chiedere la parola è cosa buona e giusta. Per molti, ma non per tutti. Già, perché i Giochi invernali di Pechino – oggi l’apertura ufficiale – sono cominciati nel segno di un bel bavaglio. O meglio, di un messaggio che non ha lasciato troppo spazio alle interpretazioni: attenzione alle opinioni che esprimete, soprattutto sui temi sensibili. Come i diritti umani.

Yang Yang, ex pattinatrice di short track e presidente della Commissione degli atleti a Pechino 2022, avrebbe detto: “Ci sono regole molto rigide nella carta. Alle premiazioni gli atleti non possono “manifestare”, nelle conferenze stampa o nelle interviste sono liberi di esprimere le proprie opinioni. Ma gli atleti sono dei modelli, il mondo guarda a loro: devono essere responsabili di quello che dicono. Lavoreremo con il Cio e ci assicureremo che la Regola 50 sia rigorosamente rispettata”. Nel frattempo, alcuni Paesi del fronte occidentale hanno indicato ai propri atleti di lasciare nelle proprie abitazioni i rispettivi telefoni e di utilizzare dispositivi temporanei, per evitare così possibili intrusioni.

Questo il clima rigido, non solo per le temperature, che ha accolto gli sportivi. Vietato pensare e dire ciò che si pensa. Benvenuti in Cina.

Aggiornato il 04 febbraio 2022 alle ore 17:20