Aumento del gas, stato di emergenza in Kazakistan

Aumento dei prezzi dell’energia e caos. Imposto lo stato di emergenza in Kazakistan: questa la decisione del presidente, Kassym Jomart Tokayev, il quale ha pure accettato le dimissioni del Governo per evitare disordini legati alla protesta in atto.

La rabbia scesa in strada

Al via lo stato di emergenza ad Almaty, capitale finanziaria del Paese e nella provincia ovest di Mangystau. Il tutto a seguito della rabbia dei cittadini, che sono scesi in strada e hanno chiesto le dimissioni del Governo. Per quanto concerne i cambiamenti in seno all’Esecutivo, il vice primo ministro Alikhan Smailov ricoprirà il ruolo di primo ministro ad interim fino alla creazione di un nuovo gabinetto.

La protesta e il coprifuoco

La fibrillazione ad Almaty era viva già da martedì: nell’occasione gli agenti (utilizzando gas lacrimogeni e granate stordenti) hanno dovuto placare i disordini, maturati dopo l’impennata dei prezzi del gas di petrolio liquefatto. Nei territori interessati dal provvedimento (che durerà fino al 19 gennaio) sarà avviato il coprifuoco dalle 23 alle 7. Il sindaco di Almaty, Bakytzhan Sagintayev, aveva detto che “la situazione nella città è sotto il controllo delle autorità. Dietro ai tentativi di destabilizzazione e le azioni estremiste ci sono provocatori dall’interno e dall’esterno. Le forze dell’ordine stanno adottando le misure necessarie per stabilizzare la situazione, preservare la sicurezza, la pace e la calma”.

Arresti e feriti

Almeno duecento persone risulterebbero arrestate, decine i poliziotti feriti. Il ministero dell’Interno, in una nota, ha riferito che i manifestanti “si sono lasciati andare a provocazioni”, chiudendo strade e bloccando il traffico, “disturbando l’ordine pubblico”. Tokayev, in un video su Facebook, aveva commentato: “Non cedete alle provocazioni. Non ascoltate chi vi incita ad assalire gli edifici del Governo. Si tratta di un crimine per il quale sarete puniti”.

Aggiornato il 05 gennaio 2022 alle ore 15:09