
“Un passo nella cancellazione sistemica della storia, sia del massacro di Tienanmen che della stessa storia di resistenza di Hong Kong”. Così Jimmy Lai, 74 anni, ha parlato della sua condanna: la Corte distrettuale di Hong Kong ha stabilito pene che vanno tra i 4 mesi e le due settimane e i 14 mesi a otto attivisti. Tra di loro Lai, tycoon dei media, che dovrà trascorrere altri 13 mesi di carcere per “l’organizzazione, la partecipazione o l’incitamento alla partecipazione” alla veglia del 2020 organizzata in ricordo delle vittime di Piazza Tienanmen, appuntamento non autorizzato per motivi sanitari legati al Covid-19. Jimmy Lai è già dietro le sbarre, poiché sta scontando una condanna inflitta per aver allestito e per partecipato a manifestazioni pro-democrazia del 2019.
Le accuse
Una ventina di politici e attivisti sono finiti nel mirino, a vario titolo, per aver partecipato alla veglia, per aver invitato ad accendere candele alle finestre o per aver spinto altri a partecipare. C’è poi chi, come Jimmy Lai, ha preso parte alla manifestazione. Un gesto che, per il giudice, è stato visto come “istigazione a partecipare a un raduno illegale”, vista anche la sua notorietà.
Il messaggio dal carcere
Robert Pang, avvocato di Lai, ha letto nel corso dell’udienza il messaggio scritto dal proprio assistito: “Se commemorare coloro che sono morti a causa dell’ingiustizia è un crimine, allora infliggetemi la pena e lasciatemela scontare, in modo che io possa condividere il peso e la gloria di questi giovani uomini e donne che hanno versato il proprio sangue il 4 giugno”.
Aggiornato il 13 dicembre 2021 alle ore 16:59