Covid, variante Delta attacca la Tunisia

La virulenza del contagio epidemiologico del morbo da Covid nella sua variante Delta ha attaccato gravemente la Tunisia. Questo Paese collocato sulle sponde del Mediterraneo, a meno di un’ora di aereo dall’Italia, sta vivendo un’emergenza sanitaria di dimensioni bibliche, che ha costretto i Paesi confinanti a chiudere le frontiere terrestri e aree per proteggersi dalla diffusione del virus. È quanto riferito dal Consiglio generale degli italiani all’estero.

Le notizie provenienti dal Comites di Tunisi e dal consigliere Fabio Ghia sono allarmanti, riportano lo stato d’emergenza sanitaria che conferisce al Governo poteri straordinari per gestire l’emergenza perché, in particolare nelle province lontane dai grandi centri, è crollato il sistema sanitario pubblico e privato.

“I nostri connazionali residenti in Tunisia chiedono all’Italia aiuti sanitari e interventi urgenti per contrastare l’epidemia, e il Consiglio generale degli Italiani all’Estero nel raccogliere il loro grido d’allarme sollecita vivamente la Farnesina e il Governo italiano ad assumere un’iniziativa umanitaria con un intervento esemplare” è quanto riportato in una nota.

Questa la situazione segnalata: “Sull’intero territorio nazionale sono stati interdetti i trasferimenti tra le regioni sino al 31 di luglio. Gli ospedali e le cliniche private sono al collasso con sia terapie intensive, sia corsie Covid in sovraccarico. Coprifuoco notturno su tutto il territorio dalle 17 alle 7 del mattino. Malgrado l’impegnò dello Stato per una buona programmazione per vaccinare, si è presentato solo il 20 per cento della popolazione con forte dispendio anche di vaccino “non impiegati”.

La velocità di trasmissione del Covid-19 è quadruplicata nell’ultima settimana. Alcune associazioni di imprenditori hanno messo a disposizione la propria sede per la vaccinazione. “Il problema più grande riscontrato è la scarsa risposta della popolazione alle sollecitazioni e alle restrizioni del Governo! Degli italiani presenti in Tunisia, la maggior parte anziani – è stato notato – sono in attesa del primo richiamo”.

Aggiornato il 12 luglio 2021 alle ore 12:42