Taiwan e il suo ruolo nel contrasto al Coronavirus

Nonostante i numerosi appelli del governo della Repubblica di Taiwan, anche l’isola, cuore della democrazia e della libertà, risulta esclusa dalla lista dei paesi terzi nei quali i cittadini sono esentati dalle restrizioni a viaggiare, pubblicata dal Consiglio dell’Unione europea il 30 giugno e dall’Italia il 1° luglio. Il governo di Taiwan ha attentamente monitorato lo sviluppo della situazione dell’epidemia da coronavirus, condividendo in maniera trasparente le informazioni con l’Organizzazione mondiale della sanità, con l’Unione europea e con l’Italia, donando mascherine, ventilatori polmonari e materiale sanitario all’Unione europea e all’Italia, allo scopo di combattere e controllare la pandemia globale. Nel gennaio 2020, il governo di Taiwan ha approntato le corrette misure per contenere la diffusione del virus e, grazie all’elevato livello del sistema sanitario e del suo personale, il numero di contagiati e di vittime è stato tenuto sotto controllo, con 449 contagiati e 7 decessi. Questi numeri sono migliori dei criteri stabiliti dall’Unione europea, ovvero il numero di nuovi casi di coronavirus per ogni 100mila abitanti. Un andamento stabile o in diminuzione dei nuovi casi nel medesimo periodo rispetto ai 14 giorni precedenti.

In Italia, sulla base di tali informazioni, l’ambasciatore di Taiwan Andrea Sing-Ying Lee chiede alle istituzioni di compiere un passo in avanti, riconoscendo la realtà dell’isola e la sua sicurezza: “Chiedo alle forze politiche che conoscono la nostra realtà di appoggiare la richiesta di inserire Taiwan in una seconda lista di paesi che possano godere della revoca delle restrizioni e sostenere tale proposta durante il prossimo meeting di revisione al Consiglio dell’Unione europea. Crediamo che grazie alla collaborazione certa tra Taiwan e Italia, entrambi i paesi possano iniziare a rafforzare le relazioni bilaterali nei settori degli investimenti, negli scambi commerciali, scientifici, culturali e di promozione turistica”. Il modello di Taiwan dimostra che un dialogo strutturato tra esperienza, scienza e democrazia può farci convivere con situazioni caratterizzate dall’emergenza sanitaria senza dover sacrificare lo Stato di diritto sull’altare della salute pubblica. Se il dialogo tra scienza e politica è importante non può prescindere anche dalla qualità dei dialoganti, e a Taiwan si son create le condizioni perché al governo ci siano persone con storie personali e visione del futuro frutto di lotte politiche e personali contro le discriminazioni e per l’affermazione delle libertà. Ricordiamo che ad aprile la produzione giornaliera di Taiwan era di 16 milioni di maschere mediche.

La sovrapproduzione ha permesso all’isola di donare milioni di mascherine in giro per il mondo, Italia compresa. Il segreto dell’isola sta tutto nell’essere riusciti a coniugare tecnologia, medicina e prevenzione, riuscendo a comprendere l’emergenza meglio di altri paesi sviluppati e riuscendo a muoversi con molto anticipo. Probabilmente ha contribuito la vicinanza con la Cina con cui già il 31 dicembre scorso il Paese ha iniziato a monitorare i viaggiatori provenienti da Wuhan. Quaranta giorni dopo, l’8 febbraio, l’isola ha chiuso i confini ai cittadini cinesi, delegando la questione a un Centro di comando anti-epidemia, che ha avviato i protocolli creati dopo l’emergenza della Sars. Taiwan dovrebbe essere un modello da studiare e comprendere, esattamente il contrario del trattamento che l’isola sta ricevendo dall’Unione europea e dall’Italia.

Aggiornato il 09 luglio 2020 alle ore 12:02