L’allevamento della tilapia per combattere la fame in Zimbabwe

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha lanciato un interessante programma alimentare per combattere la fame in Zimbabwe e potenziare l’innovazione tecnologica nella filiera ittica e dell’acquacoltura.

Il progetto si propone di incrementare la produzione di avannotti di tilapia di alta qualità, raggiungendo l’obiettivo di quattro milioni di esemplari all’anno. La cooperazione economica e scientifica tra la Fao e il governo dello Zimbabwe si concentra sul rendere gli avannotti più accessibili per gli acquacoltori locali, contribuendo così a rafforzare l’industria della pesca nazionale, abbattere i costi di allevamento e rendere più accessibile il prodotto al mercato locale.

I primi centri sperimentali di produzione ittica saranno sviluppati presso le località di Henderson, Makoholi e Matopos, dove la Fao è impegnata nella costruzione e nella ristrutturazione di numerosi stagni per pesci, elaborando nuove strategie alimentari per il miglioramento dei protocolli di biosicurezza, lo sviluppo delle competenze del personale e nella presentazione di innovazioni tecnologiche per la tracciabilità della filiera ittica.

L’iniziativa internazionale non affronta solo la necessità di migliorare la gestione degli stagni e sostiene gli allevatori locali, ma si impegna anche a rafforzare la tracciabilità dei produttori ittici e a coordinare meglio le politiche nel settore.

Con un aumento significativo del numero di stagni per pesci registrato tra il 2022 e il 2023, questo progetto promette di portare nuova vita all’industria dell’acquacoltura dello Zimbabwe, offrendo un contributo fondamentale alla sicurezza alimentare del Paese.

I cittadini dello Zimbabwe, hanno difficoltà a nutrirsi dal 2000 a causa dell’inesorabile recessione economica del paese dell’Africa australe combinata con gli effetti del cambiamento climatico, e con l’aumento dei prezzi dei prodotti di base che ha peggiorato ulteriormente la situazione alimentare.

In aggiunta, l’attuale deprezzamento del dollaro dello Zimbabwe sta limitando il potere d’acquisto delle famiglie. I prezzi della farina di grano, della farina di mais, dello zucchero e del riso sono più alti di oltre il 400 per cento e in alcuni casi sfiorano il 545 per cento rispetto all’anno 2022.

Il Programma Alimentare Mondiale sta pianificando di sfamare 270.000 persone tra i più vulnerabili del paese, mentre si prevede un nuovo raccolto scarso a causa della siccità. Il paese non può fare a meno della collaborazione di agenzie umanitarie e internazionali per fornire assistenza nella lotta contro l’insicurezza alimentare. Le ultime statistiche prevedono che il raccolto di mais di base si dimezzerà a 1,1 milioni di tonnellate nel 2024 a causa della siccità.

L’innovativo progetto della Fao potrebbe risultare davvero vincente, dando un contributo fondamentale nella lotta alla fame. “Stiamo mostrando le potenzialità dello Zimbabwe nel settore della pesca e avviando un viaggio verso una maggiore sicurezza alimentare e nutrizionale” ha recentemente dichiarato Patrice Talla, coordinatore subregionale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) per l’Africa meridionale.

Aggiornato il 29 marzo 2024 alle ore 10:12