Taiwan e il coronavirus

Considerata la sua immensa capacità tecnologica, medica e di ricerca scientifica, uno stato da analizzare nel comportamento adoperato per contrastare la diffusione della pandemia internazionale del coronavirus è l’isola di Taiwan. Taiwan, dopo l’esperienza della Sars del 2003, ha istituito un meccanismo istituzionale di emergenza sanitaria che merita attenzione e imitazione.

Il National Health Command Center (Nhcc) ha gestito in maniera ottimale l’epidemia da coronavirus, attivando sofisticati meccanismi di ingegneria sociale, senza intaccare le libertà personali che da sempre caratterizzano la vita dell’isola. Inoltre, ricordiamo che secondo le autorità dell’isola, l’Organizzazione Mondiale della Sanità avrebbe tenuto nascosto un allarme sull’epidemia da coronavirus lanciato da Taiwan, fin dal mese di dicembre, durante il diffondersi dei primi casi di epidemia, non ancora pandemia, di coronavirus in Cina. Secondo il New York Times, Taiwan ha accusato l’Oms di non aver trasmesso l’allarme inviato a dicembre per non intaccare e rovinare il particolare rapporto che l’organizzazione internazionale cela con le istituzioni cinesi. Taiwan, sulla base della sua esperienza degli anni passati, dalla Sars all’influenza aviaria, ha lavorato su un sistema integrato per l’analisi di big data combinando i dati del database dell’immigrazione e dogana con l’archivio nazionale del sistema sanitario.

L’identificazione dei singoli casi è avvenuta in tempo reale, comparando i sintomi clinici con la raccolta dati dei viaggi dei pazienti e dei familiari. Invece di dare spazio a paura e caos, il paese ha pianificato il controllo e la gestione della situazione. Taiwan, dai dati di fine marzo, ha solo 50 casi confermati e un decesso per coronavirus, e oltre il 40 per cento delle persone infette risulta guarita. Il governo di Taipei ha implementato 124 protocolli di sicurezza, a testimonianza della sua vasta e decisiva battaglia contro il diffondersi della pandemia. La Cina, durante lo stesso arco temporale, ha circa 81mila casi confermati e non siamo certi della realtà delle informazioni provenienti dal regime di Pechino. Forte della sua capacità interna, l’isola di Taiwan ha deciso di non far mancare il proprio contributo alla comunità internazionale.

Taiwan donerà 10 milioni di maschere facciali ai paesi che sono stati gravemente colpiti dalla nuova malattia”, secondo quanto dichiarato dal presidente Tsai Ing-wen.

In un recente discorso pronunciato dall’ufficio presidenziale, Tsai ha affermato che Taiwan ha aumentato la produzione di mascherine proprio per dare al paese la possibilità di fornire materiale sanitario ai paesi che stanno attualmente vivendo importanti escalation del contagio da coronavirus.

L’attuale produzione giornaliera di mascherine è superiore di ben quattro volte di quella avviata ad inizio febbraio e ciò consente all’isola di poter diffondere verso altri mercati questo bene divenuto così prezioso nel corso delle ultime settimane.

Aggiornato il 02 aprile 2020 alle ore 11:56