La Camera Usa dice sì all’impeachment di Trump

La Camera, a maggioranza democratica, ha votato a favore dell’impeachment per Donald Trump. Il presidente americano entra nella storia. Prima di lui solo due precedenti: Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998. Richard Nixon si dimise il 9 agosto 1974, prima del voto del Congresso. Sulla messa in stato d’accusa di Trump. la parola ora spetta al Senato, a maggioranza repubblicana, che probabilmente bloccherà la procedura.

Tutti i deputati democratici tranne tre hanno votato a favore. Compatta l’opposizione dei repubblicani, come lo stesso presidente ha tenuto a rivendicare accusando invece i democratici di essere “consumati dall’odio”. Il primo articolo è passato con 230 sì e 197 no. Il secondo articolo, ostruzione del Congresso, è passato con 229 voti a favore e 198 contrari.

Questo è un assalto all’America e un assalto al partito repubblicano”, è stata la replica di Trump, sia via Twitter e sia durante il comizio in Michigan tenuto proprio in concomitanza con il voto alla Camera. “Hanno provato a sottopormi all’impeachment dal primo giorno”, ha insistito il tycoon 73nne che punta al secondo mandato. Si tratterebbe di “atroci bugie della sinistra radicale, dei democratici nullafacenti”.

“È un grande giorno per la Costituzione – ha osservato la speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, dopo lo storico voto – un giorno triste per l’America”. Trump ha detto che il Senato “ripristinerà l’ordine e la giustizia. Non abbiamo fatto nulla di sbagliato”.

Andrew Johnson era finito sotto impeachment per aver tentato di sostituire il ministro della Guerra senza passare dal Congresso. Bill Clinton, per aver mentito sulla sua relazione con una stagista, Monica Lewinsky, e ostacolato le indagini. In entrambi i casi, dopo il voto favorevole della Camera, il Senato aveva bocciato la rimozione. Richard Nixon, nel 1974, si dimise dopo che la commissione Giustizia aveva approvato tre articoli dell’impeachment, ma prima che la Camera si esprimesse.

Per rimuovere un presidente americano dall’incarico, al Senato serve la maggioranza dei due terzi e ciò significa che almeno venti repubblicani dovrebbero unirsi ai democratici votando contro Trump. “La Camera ha fatto il suo dovere Costituzionale, sfortunatamente sembra sempre più evidente che il Senato repubblicano non lo farà”, è stato il commento dell’aspirante inquilino dem della Casa Bianca Michael Bloomberg, che rinvia alle elezioni del prossimo novembre la “soluzione” del problema.

Il primo articolo di impeachment accusa Trump di abuso di potere per le pressioni all’Ucraina affinché aprisse una serie di inchieste sul figlio dello sfidante democratico Joe Biden volte a favorirlo politicamente, usando il blocco degli aiuti militari a Kiev come leva. L’ostruzione del Congresso riguarda l’ordine di non cooperare con l’inchiesta della Camera ai funzionari dell’amministrazione.

“L’impeachment di Trump si basa su accuse inventate e il Senato respingerà le imputazioni contro il presidente americano”: lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin durante la sua conferenza stampa di fine anno.

Aggiornato il 19 dicembre 2019 alle ore 13:55