Bolivia: Morales vola in Messico, esercito in strada

Evo Morales è partito per il Messico. La conferma è arrivata dal ministro degli Esteri del Paese centroamericano Marcelo Ebrard. “Sorelle e fratelli – aveva scritto su Twitter l’ex presidente – parto per il Messico. Mi ferisce lasciare il Paese per ragioni politiche, ma sarò sempre vigile. Presto tornerò con più forza ed energia”.

Anche l’ex vicepresidente Álvaro García Linera ha lasciato la Bolivia. Intanto, l’esercito ha annunciato che effettuerà operazioni congiunte con la polizia per contenere la violenza scatenata in diverse parti del Paese dopo le dimissioni di Morales. Il comandante dell’esercito William Kaliman, in messaggio televisivo, ha dichiarato che “il comando militare ha deciso che saranno condotte operazioni congiunte con la polizia per evitare spargimenti di sangue e lutti”. Il capo dell’esercito ha invitato le sue truppe a usare “la forza appropriata contro le azioni dei gruppi vandalici che diffondono terrore nella popolazione” e ha annunciato che i militari si sarebbero dispiegati nelle strade “ricordando alla popolazione che le forze armate non spareranno mai contro di essa”.

L’annuncio di Kaliman è una risposta alla richiesta del capo della polizia di La Paz, che ha invocato l’intervento delle forze armate boliviane per fermare la violenza causata nella capitale dai fedelissimi di Morales. Il colonnello José Barrenechea ha “chiesto al comandante in capo delle forze armate, il generale William Kaliman, di intervenire, perché la polizia boliviana non è preparata”.

Così sono tredici gli esponenti del governo boliviano che hanno rinunciato al mandato dopo le dimissioni di Morales. Oggi si è dimesso il ministro della Difesa della Bolivia, Javier Zavaleta. “Rinuncio all’incarico – ha detto – chiarendo alla Bolivia e al mondo che la nostra volontà, quella del comandante generale delle forze armate e di questo ministro è sempre stata quella di preservare il ruolo istituzionale delle forze armate al servizio della popolazione. Mai abbiamo dato ordine ai nostri soldati di impugnare un’arma contro il popolo e mai lo daremo. Lo stato che abbiamo costruito è una Bolivia in cui un militare incarna la difesa a fianco del popolo e mai contro di esso”.

Aggiornato il 12 novembre 2019 alle ore 16:50