Libia: per l'Onu sono 37.600 gli sfollati a Tripoli e dintorni

È salito a 37.600 il numero degli sfollati dall’inizio degli scontri armati a Tripoli e dintorni. Lo scrive l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha), precisando che l’Unhcr e l’Oim hanno evacuato il 24 aprile 328 rifugiati e migranti dal centro di detenzione di Qasr Bin Ghashir, dopo il ferimento di 12 persone da parte di un gruppo armato avvenuto all’interno dello stesso il giorno precedente. Un’operazione effettuata grazie al sostegno delle autorità libiche, Unsmil e Ocha, che hanno reso possibile la creazione di un corridoio umanitario per rendere possibile il trasferimento.

“Oltre 3.300 rifugiati e migranti – scrive l’Ocha – restano intrappolati in centri di detenzione situati in aree colpite dai combattimenti o in aree a rischio di conflitto armato. Tra questi, circa mille bambini”. Intanto, le forze militari del premier Fayez Al Sarraj sono avanzate sul fronte sud e guadagnano nuove posizioni in direzione dell’area di Qasr Ben Ghashir. Lo ha detto il portavoce militare del governo di accordo nazionale libico, Mohammed Gnounou. “I governativi – ha dichiarato il militare – hanno attaccato l’area di Ain Zara, 15 chilometri a sudest del centro della capitale, e circondato le milizie avversarie che si sono arrese e hanno consegnato le armi”. L’esercito di Khalifa Haftar, invece, avrebbe “abbattuto due caccia militari” di Tripoli. “I due aerei”, ha dichiarato il portavoce del maresciallo, Ahmed Al–Mismari, in una conferenza stampa, “sono stati colpiti ieri nei pressi di Jufra e al Al–Watiyah”, a bordo del secondo “un pilota ecuadoriano”. Mismari ha poi accusato Tripoli di aver reclutato “combattenti stranieri, inclusi elementi dell’opposizione ciadiana, e altri inviati dalla Turchia”. Le autorità di Tripoli hanno smentito l’abbattimento dei caccia.

Aggiornato il 26 aprile 2019 alle ore 16:54