Corea del Nord, rimpatriata a forza la figlia dell’ex ambasciatore a Roma

Una ragazza nordcoreana sarebbe al centro di un intrigo internazionale. La giovane, una studentessa universitaria, lo scorso novembre, sarebbe stata prelevata a forza, con un blitz a Roma e riportata a Pyongyang. La ragazza sarebbe la figlia 17enne dell’ex ambasciatore nord-coreano a Roma Jo Song-gil, di cui si sono perse le tracce dopo la probabile diserzione dal regime di Kim Jong-Un. La studentessa non è riuscita a unirsi ai genitori nella fuga ed è stata rimpatriata a forza.

La Farnesina ha fatto sapere di essere stata informata dall’ambasciata nordcoreana a Roma, il 5 dicembre 2018. Secondo il ministero degli Esteri, Jo Song-gil e la moglie avevano lasciato l’Ambasciata il 10 novembre e la figlia, avendo richiesto di rientrare nel suo Paese dai nonni, vi aveva fatto rientro, il 14 novembre 2018, accompagnata da personale femminile dell’Ambasciata. Ma la vicenda è diventata un caso politico anche in Italia. Il M5s ha chiesto spiegazioni: “L’Intelligence nord coreana ha sequestrato su suolo italiano la figlia dell’ambasciatore Jo Song-gil? Episodio gravissimo. Matteo Salvini venga a riferire in aula quanto prima”, scrive in un tweet la vice presidente della Camera, la pentastellata Maria Edera Spadoni.

Secondo il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, “la storia di Jo Song-gil e di sua figlia rapita dall’intelligence nordcoreana in Italia, se confermata, sarebbe un caso di una gravità inaudita. Quando avvenne una cosa simile, il caso Shalabayeva, andai direttamente in Kazakistan per incontrarla e capire cosa fosse accaduto e appurammo responsabilità dirette dell’allora ministro dell’Interno Alfano. Chi ha responsabilità pagherà, statene certi”.

Frattanto, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha detto di non essere “in grado di commentare. Stiamo facendo le verifiche necessarie con il ministero degli Esteri in queste ore. La Farnesina sta seguendo la vicenda”.

Aggiornato il 20 febbraio 2019 alle ore 20:07