Cresce il legame economico tra Italia e Kazakistan

Notizie estremamente positive giungono dalla bilancia commerciale del Kazakistan. Patrimonio inestimabile del Paese sono le sue risorse minerarie. Il Kazakistan è il sesto Paese più grande al mondo in termini di risorse minerarie: petrolio, gas, uranio, zinco, tungsteno, bario, argento, piombo, cromo, rame, fluoriti, molibdeno e oro. Il Paese possiede circa il 60 per cento delle risorse minerarie dell’ex Unione Sovietica. Vengono estratte grandi quantità di ferro nel bacino di Kustanaj nel nord-ovest, notevoli quantità di carbone nei dintorni di Karaganda e Ekibastuz e, inoltre, petrolio, metano e diversi metalli usati nella lavorazione elettronica, nell’ingegneria nucleare e nella missilistica.

In ambito agricolo, invece, il Kazakistan ospita il 20 per cento delle terre coltivate dell’ex Urss. Gran parte del nord fu trasformato in un unico campo di frumento dal programma delle Terre Vergini negli anni Cinquanta. Nonostante lo scarso successo, il Paese continua a coltivare un’incredibile quantità di frumento, pari a un terzo della produzione totale della già Unione sovietica. Nelle aree coltivate del sud crescono frutta, ortaggi, tabacco, riso, canapa e cotone. Le aree più asciutte vengono usate per il pascolo stagionale di pecore, mucche, cavalli e cammelli.

Anche il 2018 ha segnato un passo in avanti per l’economia del colosso centroasiatico. Alla fine dello scorso novembre, gli asset complessivi delle società di investimento attive in Kazakistan hanno raggiunto 412 milioni di euro, con un aumento del 2,6 per cento su base annua. È quanto riferisce il portale economico kazakho “Finprom”, ripreso e analizzato da “Agenzia Nova”. Tra le società di investimento, l’attore leader in termini di quota degli asset è stato Freedom Finance con 134 milioni di euro, il 10,7 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Halyk Finance si è classificata seconda con 83 milioni di euro e un incremento del 10,9 per cento rispetto all’anno precedente. Bcc Invest si attesta in terza posizione con 63 milioni di euro, il 72,4 per cento in più rispetto all’anno precedente. I tre attori principali hanno accumulato il 68,1 per cento del patrimonio complessivo delle società d’investimento in Kazakistan. Per l’export kazako l’Italia rimane un partner strategico, posizionandosi al primo posto come cliente dei beni kazaki, seguito da Olanda e Cina. Per quanto riguarda invece le importazioni kazake l’Italia si attesta al quinto posto, dopo Russia, Cina, Stati Uniti e Germania.

L’export italiano in Kazakistan si concentra principalmente nei settori: abbigliamento, macchinari di impiego generale, tubi condotti, profilati cavi e relativi accessori. Le importazioni italiane, invece, consistono quasi esclusivamente in prodotti minerari per un valore pari a 1,3 miliardi di euro nel 2017. L’intesa tra Italia e Kazakistan è stata rafforzata dai tre incontri svoltisi nel 2014/15 tra l’allora Premier italiano Matteo Renzi e il Presidente Nazarbayev, sostenuto dall’importante business forum svoltosi a Milano nel contesto Expo nel giugno 2015, in occasione del quale i due Paesi sottoscrissero 25 accordi commerciali dal valore di 500 milioni di dollari. Di particolare importanza, la firma nell’occasione del memorandum tra Eni e Kazmunaigas per lo sviluppo del giacimento petrolifero caspico di Isatay.

Nel tentativo di stilare un bilancio della potenza centroasiatica nell’anno appena concluso, secondo i dati divulgati dall’Istituto di Statistica Kazako, nei primi nove mesi dell’anno l’Italia si è confermata saldamente al primo posto tra i Paesi di destinazione delle esportazioni del Paese centroasiatico, che, nel loro complesso, sono ammontate a 44,5 miliardi di dollari, con un aumento del 28,4% rispetto all’analogo periodo del 2017, grazie soprattutto alle materie prime che mantengono una quota sul totale dell’export prossima al 75 per cento. Nel periodo gennaio-settembre 2018, il nostro Paese ha assorbito circa il 20 per cento della totalità dell’export locale.

Aggiornato il 20 marzo 2024 alle ore 14:38