Brexit, Londra: limitati i visti ai cittadini Ue

Theresa May si prepara alla Brexit dura. Così immagina le restrizioni agli ingressi nel Regno Unito da parte di cittadini dell’Ue dopo il 29 marzo 2019, la data fatidica dell’uscita definitiva dall’Europa. Si ipotizzano visti di lavoro temporanei limitati ad un anno. E per i lavoratori altamente qualificati, che dovranno dimostrare un salario garantito di minimo 30mila sterline all’anno, la durata sarà invece di 5 anni. Si tratta solo di alcune indicazioni contenute nel Libro bianco sull’immigrazione che il governo britannico sta per presentare. Ma la soglia minima di 30mila sterline come salario annuale per i cittadini Ue è ancora “oggetto di ulteriore discussione”. Lo ha detto in un’intervista alla Bbc il ministro britannico dell’Interno Sajid Javid. “Non fisseremo ancora la soglia precisa – ha chiarito –. Ce ne sarà una, ma è importante consultare ascoltare le aziende per trovare quella giusta”.

L’obiettivo della politica britannica è, con tutta evidenza, quello di ridurre in maniera drastica gli arrivi dai Paesi dell’Unione europea, dalle attuali centinaia di migliaia a poche decine di migliaia l’anno. È chiaramente una ritorsione contro l’Europa. Ma che potrebbe tradursi in un boomerang per il Regno Unito. Infatti, la politica post-Brexit per Londa, appare, secondo i commentatori internazionali, come un salto nel vuoto. Una restrizione così dura sugli ingressi potrebbe produrre dei contraccolpi negativi sull’economia. Non a caso, diversi settori, dalle costruzioni all’ospitalità, dipendono dal lavoro degli immigrati europei.

Aggiornato il 19 dicembre 2018 alle ore 13:35