La firma di un accordo di pace tra il primo ministro dell’Etiopia, Abiy Ahmed, e il presidente dell’Eritrea, Isaias Afwerki, avvenuta ad Asmara lo scorso 8 luglio, ha posto fine al ventennale stato di guerra tra i due Paesi. Il principale oggetto di disaccordo, l’appartenenza dei territori di confine, aveva scatenato nel 1998 un sanguinoso conflitto costato la vita a 80mila persone, con la separazione di migliaia di nuclei familiari. L’accordo prevede la demarcazione condivisa dei confini e ristabilisce le relazioni diplomatiche nonché l’interazione tra i due Paesi: le rispettive compagnie aeree torneranno a collegare le due capitali, l’Etiopia potrà nuovamente utilizzare i porti eritrei, le famiglie potranno ricongiungersi.
Un ruolo fondamentale nei negoziati che hanno condotto alla pace è stato svolto da Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. In particolare, i due Crown Prince, Mohammed bin Zayed Al Nahyan e Mohammad bin Salman Al Saud, hanno favorito personalmente il riavvicinamento tra il primo ministro dell’Etiopia e il presidente dell’Eritrea, impegnandosi inoltre nella promozione di attività di sviluppo nei due Paesi.
Il Corno d’Africa fa così un importante passo avanti verso la stabilizzazione. In prospettiva, il nodo da sciogliere resta la Somalia dove, oltre al terrorismo di Al-Shabaab, si registra un inasprimento della conflittualità interna dovuta a interferenze di attori esterni alla regione, come il Qatar, che attraverso le politiche del governo centrale sta accentuando la frammentazione del Paese, impedendo dialogo e cooperazione tra i vari soggetti del processo politico somalo.
Aggiornato il 12 luglio 2018 alle ore 13:47