L’Ajc sul ritiro di Trump dall’accordo sul nucleare

A seguito del ritiro degli Usa dall’Accordo sul Nucleare Iraniano (Pacg) deciso dal Presidente Donald Trump, l’American Jewish Committee ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Quando il 14 luglio del 2015 il Pacg fu annunciato per la prima volta, l’Ajc passò tre settimane a studiare i termini dell’accordo, incontrandosi con alti funzionari degli Usa e dei Paesi europei e del Medio Oriente, e intavolando approfondite discussioni interne. Il tutto si svolse dopo quasi venti anni durante i quali l’Ajc aveva posto al centro dell’attenzione la crescente minaccia iraniana, e dopo innumerevoli discussioni - da Beijing a Berlino, da Tokyo a Parigi, da Nuova Delhi a Bruxelles, da Washington alle Nazioni Unite, e altre ancora. Alla fine, giungemmo alla conclusione che non avremmo potuto sostenere l’accordo, perché temevamo che i difetti – nessuna decisione vincolante sullo sviluppo di missili balistici, nessun focus sul comportamento destabilizzante iraniano nella regione, le debolezze insite nel regime delle ispezioni, e una pericolosa clausola provvisoria – ne avrebbero definito la sostanza. Inoltre, il fatto il Pacg non fu mai sottoposto al Senato e che non godesse del supporto di un solo Senatore repubblicano, unito alla scarsa approvazione del pubblico secondo vari sondaggi nazionali, facevano sì che una volta che i repubblicani fossero giunti al potere, il Pacg sarebbe stato a rischio. Purtroppo, è andata proprio così. E per di più, malgrado le ripetute predizioni dell’Amministrazione Obama – che sentimmo con le nostre orecchie in varie occasioni – che il Pacg avrebbe moderato il comportamento iraniano ed avrebbe portato a una maggiore attenzione sulla crescita e lo sviluppo interno, Teheran ha moltiplicato le aggressioni regionali, sfoggiato in più occasioni il suo potere militare, e continuato a invocare la distruzione di Israele e la 'Morte all’America', e mostrando al mondo il suo programma missilistico in piena espansione. E il notevole colpaccio dell’intelligence israeliana ha sottolineato ancora una volta il perdurare dello schema iraniano, fatto di inganni, imbrogli e disinformazione, e lanciato un ulteriore monito alla comunità internazionale riguardo le vere intenzioni della leadership iraniana. Il Presidente Donald J. Trump non ha mai nascosto il proprio disdegno per il Pacg, o l’intenzione di ritirare gli Usa dall’accordo. Ma ha anche lasciato aperto un spiraglio, se i nostri alleati europei fossero stati disposti ad affrontarne seriamente le debolezze essenziali, ove si sarebbe trovata un’alternativa alla piena bocciatura. Purtroppo, malgrado gli sforzi da entrambe le sponde dell’Atlantico, la piena intesa tra europei ed americani sul percorso da intraprendere ci ha elusi fino ad oggi. Ed è una cosa profondamente spiacevole. Malgrado le nostre molte riserve, continuavamo comunque a sperare che, anche arrivati a questo punto l’accordo, si sarebbe potuto aggiustare e non bocciare. Possiamo solo sperare che l’azione odierna del Presidente, per significativa che sia, non metta fine agli sforzi per arrivare a una linea condivisa. Nessuno desidera una frattura tra gli Usa e i nostri partner europei, dato che l’Iran ne diventerebbe involontariamente – ma inevitabilmente - il beneficiario. E viste le minacce attuali e future dell’Iran alla sicurezza regionale e globale, sarebbe un risultato che non vuole nessuno, negli Usa o in Europa”.

Aggiornato il 10 maggio 2018 alle ore 18:07