L'indice di fiducia nel presidente francese Emmanuel Macron è crollato di 13 punti in un mese, al 41%, mentre quella del premier Edouard Philippe, ne ha persi 8, scendendo al 39%. A luglio, il capo dello Stato godeva di un indice di fiducia del 54%, del 47% era invece quello del suo fedele primo ministro: è quanto emerge da un sondaggio realizzato dall'istituto Kantar Sofres-OnePoint per Le Figaro Magazine proprio nel giorno in cui Philippe, a Parigi, ha presentato la controversa riforma del lavoro elaborata dal governo transalpino e fortemente voluta da Macron.
"La Francia - ha dichiarato il primo ministro nel discorso introduttivo di presentazione della riforma - è segnata da decenni di disoccupazione di massa" con tutto ciò che questo rappresenta in termini di "angoscia e disperazione...". È arrivato dunque il momento di "riparare il Paese". Per Philippe si tratta di una riforma "ambiziosa, equilibrata e giusta", basata su un chiaro mandato degli elettori francesi e sulla concertazione con sindacati e partner sociali, che servirà a "recuperare gli anni perduti".
"Il diritto del lavoro - ha continuato il premier nel solenne discorso da Palazzo Matignon - non è chiaramente la prima causa della disoccupazione in Francia, questo è chiaro, ma sappiamo anche che se vogliamo progredire sulla questione del lavoro tutte le cause della disoccupazione vanno trattate insieme". "Oggi nessuno può sostenere seriamente che il nostro codice del lavoro favorisca le assunzioni", ha tagliato corto. Già duramente criticata da alcuni sindacati, la "Loi Travai" si compone di cinque diverse ordinanze illustrate dalla ministra del Lavoro Muriel Penicaud. Dopo il trionfo di Macron all'Eliseo e la successiva vittoria di En Marche! alle elezioni legislative il fedelissimo Edouard Philippe ha tenuto a dire che ora "abbiamo un mandato chiaro degli elettori sulla riforma del lavoro". È arrivato il momento di porre fine ad "anni di occasioni perse".
Aggiornato il 01 settembre 2017 alle ore 15:34