L’azione dell’Osce in Ucraina

In molti ricordano che tra le prime organizzazioni internazionali ad intervenire in Ucraina vi è stata l’Osce. Attualmente è l’unica presenza internazionale che opera in tutta l’Ucraina, soprattutto nel sud est del paese, dove sono ancora in corso i combattimenti tra i ribelli filorussi e i militari ucraini.

Fin dal Marzo 2014 è presente in Ucraina attraverso il programma SMM (Missione di Monitoraggio Speciale) che ha tra i coordinatori Alexander Hug. Sul sito internet (che si occupa di diritti umani e sicurezza), grazie anche al lavoro del Comitato Helsinki Olanda per i diritti umani, Alexander Hug ha descritto il lavoro dell’Osce nella regione, ricordando che proprio grazie al programma SMM le autorità internazionali riuscirono ad avere l’accesso facilitato di alcuni esperti sul luogo divenuto tristemente celebre a seguito dell’ abbattimento dell’aereo di linea della Malaysia Airlines. Fin dall’inizio della missione, Marzo 2014, l’SMM ha istituito una considerevole rete di contatti in Ucraina divenendo “gli occhi e le orecchie della comunità internazionale in Ucraina”.

Stando ai continui rapporti elaborati dai paramilitari separatisti, il contesto geografico è in continua variazione. Le forze filorusse, riportano i rapporti consegnati, hanno guadagnato campo d’azione riuscendo a sequestrare, a fine 2014, l’aeroporto della città di Luhansk. L’Osce ha una presenza permanente nella città di Donetsek, stabili contatti con la città di Luhansk e analizzando le relazioni degli esperti durante le ultime settimane del 2014, la situazione nella zona risulta poca chiara, in quanto non si sono più registrati combattimenti né presenza dei ribelli filorussi. Il contesto continua ad essere delicato e tra le varie problematiche affrontate vi è anche quella della sicurezza del personale Osce nella regione.

La priorità della Missione è quella di garantire a tutti i componenti dello staff un livello di sicurezza elevato. Sono recenti i sequestri, nella regione, del personale dell’organizzazione trattenuti come ostaggi. La congiuntura varia di ora in ora, dichiarano i componenti della missione SMM, ciò richiede non solo un’attenta pianificazione del monitoraggio in corso ma anche un continuo controllo delle informazioni, spesso discordanti, provenienti sia dai ribelli filorussi che dalle truppe governative ucraine. L’azione di controllo dell’Osce ha luogo sia con la collaborazione del governo ucraino che con i paramilitari separatisti, evitando che una delle parti non sia a conoscenza dell’ubicazione dello staff durante lo svolgimento dei lavori di monitoraggio e per evitare incidenti diplomatici.

I contatti sono frequenti con entrambi le parti e tale rapporto rassicura gli esperti che si muovono sul territorio. Infatti, se un gruppo di monitoraggio viene intercettato o fermato da un posto di blocco, si è a conoscenza con chi parlare per sbloccare la situazione. La missione SMM dell’Osce va valorizzata e conosciuta poiché il lavoro di transizione verso la democratizzazione e la smilitarizzazione della zona è il primo passo per il mantenimento della pace e per porre fine alla continua violazione dei diritti fondamentali dei cittadini, a partire dalle condizioni dei Tatari della Crimea.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:00